Non ha vinto Trump, ha vinto Musk. In altre parole, l’imprenditore più spregiudicato della storia, ora avrà tutto lo spazio che vuole per portare avanti i suoi piani visionari, alcuni dei quali potrebbero avere un impatto devastante sulla nostra società. Partiamo dal fatto che è un visionario. La cosa di per sé non è negativa, ma lo diventa nel momento in cui non ci sono barriere, e soprattutto, se la scienza passa in secondo piano rispetto alle invadenze della sua ambizione.
Trump, un uomo violento e rozzo, sarà presidente degli Stati Uniti, e la democrazia più grande del mondo, che di solito si prende come modello, avrà tinte totalitarie e protezionistiche. Infischiandosene del debito. Soprattutto infischiandosene degli equilibri internazionali che, c’è da temerlo, saranno stravolti, forse a spese dell’Europa.
Non è facile prevedere come, anche perché Trump si è rivelato più volte ondivago, ma è chiaro che in politica estera l’influenza degli USA sarà determinante per le democrazie europee, forse favorendo l’avanzata delle destre estreme che saranno ben felici di scudarsi dietro l’avanzata del tutt’altro che dialogante presidente, con derive tutt’altro che democratiche. Trump se ne infischia del mondo, a lui interessa che l’America (non il continente, ma la sua America) sia “great again” e domini il mondo. E il dominio sarà feroce.
L’Europa, che negli ultimi anni ha fatto moltissimi passi avanti per unirsi sempre di più, avrà davanti a sé una sfida straordinaria, cioè, quella di rimanere unita e di promuovere politiche sia economiche che sociali in grado di contrastare l’avanzata delle politiche aggressive e divisive che domineranno i nostri dibattiti per i prossimi quattro anni.
Forse qui si potrà cogliere qualcosa di positivo perché l’Europa sa che dovrà fare i conti con se stessa, ma c’è da prevedere che non sarà favorita dai dibattiti che vedremo sui media e che saranno sempre più dominati da slogan e da false notizie. Sempre di più. In altre occasioni ho scritto articoli che stigmatizzavano lo scarso spessore della stampa italiana, e non credo che l’avvento del 47º presidente americano sia di buon auspicio.
Ma secondo me, il problema principale non sarà lui, del resto anche lì esiste un Congresso che comunque garantisce uno straccio di dibattito. Credo, infatti, che per quanto le mosse del presidente possano essere pericolose, il vero pericolo saranno le briglie sciolte di Musk.
Alcuni di voi ricorderanno lo splendido film Don’t look up, una parodia degli USA in cui, una presidente (la splendida Merryl Streep) repubblicana, quando un gruppo di scienziati scopre che la Terra sta per essere colpita da un asteroide, è completamente teleguidata da un imprenditore senza scrupoli (evidentemente un’allegoria di Musk) e decide di ignorare gli studi scientifici per lanciarsi nell’avventura proposta dall’imprenditore, questo mentre la stampa se la ride allegramente coi suoi talk show di scarso valore, e gli scienziati dicono a bassa voce “it is not peer reviewed”, parole chiave per chi sa come funziona la ricerca scientifica.
Ebbene, il timore che si realizzi questo scenario (non per l’asteroide, ma per l’influenza dell’imprenditore sulle scelte presidenziali) è più che fondato.
In un libro che ho tradotto di recente, e quindi pubblicato anche in Italia (La musica dell’Universo, di Fernando Viveros, ed. Ensemble), leggiamo che l’umanità è divisa tra potenziati, quelli che hanno l’inserto di intelligenza artificiale sotto pelle e sono la classe dominante, e naturali, cioè quelli che continuano a vivere e combattere con la loro intelligenza naturale.
La differenza tra i due risiede nella capacità di provare emozioni e di prediligere valori umani dei naturali che, con il chip sottopelle, passano in secondo piano. Le scelte sono ridotte a calcoli e la scienza non beneficia del contributo del sogno, o più semplicemente, della cultura. Il libro narra l’inizio della colonizzazione della Luna, e poi di Marte. Intanto sulla Terra le tre grandi federazioni si contendono il potere.
Nulla di più vicino alla realtà che potremmo vedere tra poco anche perché, questo è un dato di fatto, i progetti di Musk sono proprio quelli che vengono narrati nel romanzo e, in mancanza di un freno etico o essendo messa al bando la scienza che basa le sue conclusioni su studi “peer reviewed”, la scena mondiale potrà essere dominata da un imprenditore spietato e senza scrupoli che se ne frega dei destini del mondo, a meno che questi destini siano decisi da lui.
Intendiamoci, un imprenditore visionario a volte ha intuizioni vincenti e utili per l’umanità, ma se togliamo ogni freno e gli diamo carta bianca, questo è il vero pericolo, potremmo trovarci in uno scenario simile a quello previsto dal libro o dal film che ho citato.
Insomma, non prevedo un futuro facile, e se l’Europa non continua il suo cammino verso l’unione (compresa la difesa) e si frammenterà di nuovo, per noi, cittadini privilegiati che hanno il peso della storia sulle spalle, non si metterà bene.
Buona fortuna, Mondo!
Claudio Fiorentini