Alieni di oggi, alieni di domani

Uno dei crucci del nostro tempo è capire se c’è altra vita nell’universo. Certo, se facessimo una riflessione sulle dimensioni anche solo di una galassia verrebbe da ridere, e poi oltre l’universo cosa c’è? Forse altri universi? Chissà. L’infinito, del resto, è tale perché le possibilità di combinazioni degli elementi sono infinite, e oltre il finito che ci è dato di conoscere, esiste molto altro. 

Non è raro leggere sui giornali titoli come “è stato trovato un pianeta simile alla Terra dove ci può essere vita”, salvo poi aggiungere che si trova a qualche migliaio di anni luce di distanza. Il titolo, però, fa subito pensare alla vita oltre la Terra e alla possibilità di colonizzarlo in un tempo neanche troppo lontano, perché nel giro di qualche centinaio di anni potremo viaggiare nello spazio, magari ibernati per qualche secolo, a velocità superluminali, o magari con il teletrasporto.

Tuttavia, la velocità della luce, che è di circa 300,000 km al secondo, è una costante fisica e, questo dice la scienza, non è possibile viaggiare a velocità superiori. Almeno per le leggi della fisica che conosciamo. Certo, la ricerca scientifica non si esaurisce con quello che conosciamo e non è escluso che un giorno si scopra che invece è possibile. Di certo, però, dovremo aspettare molti decenni prima di esserne certi e prima di averne la capacità.

Quindi basiamoci su questo limite fisico per fare qualche semplice considerazione: studi recenti hanno dimostrato che la via Lattea è sette volte più grande di quanto si pensava, cioè, ha un diametro di 1,900,000 anni luce, cioè, la luce impiega un milione e novecento mila anni, decimale più decimale meno, ad attraversare la nostra umile galassia.

In poche parole, la luce della stella che riusciamo a vedere non è la stella, ma la sua luce, cioè, un puntino minuscolo che imbelletta il cielo e che, prima di arrivare ai nostri occhi, ha viaggiato per qualche manciata di millenni mentre quella stella che vediamo forse neanche esiste più. Insomma, se guardiamo il cielo, che nella nostra infima vita ci sembra immutabile, qualsiasi stella non è altro che l’immagine di un passato più che remoto. 

Ora facciamo due conti: il diametro della Via Lattea è di 1,900,000 anni luce, cioè, circa 17,975,520,000,000,000,000 Km. Sapendo che nell’Universo ci sono, almeno si calcola che ci siano, circa 170 miliardi di galassie, potete capire anche voi che, pur potendo viaggiare alla velocità della luce, occorre mettere in inventario qualche pugno di migliaia di anni di viaggio per raggiungere un pianeta nel quale si siano verificate le condizioni per cui la vita, così come la conosciamo, forse, probabilmente, chissà, potrebbe essere possibile. 

Insomma, rimaniamo umili.

Abbiamo parlato di distanza, ora parliamo di tempo. Si stima che tra il Big Bang e il “qui ed ora” siano passati poco meno di 14 miliardi di anni. Nell’universo conosciuto senza dubbio ci saranno altre forme di vita, ma quando e come sono nate, e poi, se si sono sviluppate è impossibile da sapere. Però intendiamoci, 14 miliardi di anni non sono l’eternità, prima c’era altro, e dopo ci sarà altro.

E la vita sulla Terra? Le teorie più accreditate dicono che sia nata dalla caduta, sulla Terra, di un frammento di asteroide, finito sul nostro pianeta a seguito della collisione tra due asteroidi. Questo avveniva circa 470 milioni di anni fa. Facendo due calcoli, per arrivare allo sviluppo dell’umanità così come oggi la conosciamo, in questo mezzo miliardo di anni è successo di tutto, ma il primo ominide è apparso solo pochi milioni di anni fa e per arrivare al Sapiens ci ha messo un bel po’, pur sempre un nulla nella lunga vita dell’universo.

E pensate anche che è solo da poco più di mezzo secolo che l’uomo ha iniziato ad esplorare lo spazio. Cioè, c’è voluto mezzo miliardo di anni per arrivare qui. E non è detto che riusciremo a rimanerci per molto. Comunque, se andremo avanti così, e se nel frattempo non ci sterminiamo tra di noi, non è difficile credere che nel giro di qualche decade l’uomo potrà andare su Marte. Capirai!

In altre parole, in soli 14 miliardi di anni e a seguito di collisioni tra asteroidi, siamo arrivati a crederci i padroni dell’universo e a chiederci se siamo soli. E poi ci estasiamo quando un ricercatore mette in mostra dei corpi stranissimi dicendo che sono mummie di alieni, riavviando il “loop” mentale della risposta: “non siamo soli”. Cosa banale, qualcuno di voi crede che in 170 miliardi di galassie che hanno milioni di anni luce di diametro non ci siano altri esseri viventi?

Che poi, per i nostri parametri dovrebbero essere come noi, con due braccia due gambe, una bocca, un naso e un sesso, come quei mostriciattoli dati in pasto alla stampa di recente, o come l’ET di Rambaldi. Cioè, un extraterrestre deve per forza essere un mammifero? Ma soprattutto, ammesso che ci siano altre “civiltà” (e ammesso che la nostra possa chiamarsi civiltà), da cosa sono nate? Se gli alieni sono un po’ simili a noi forse si trovano su di un pianeta con condizioni simili alla Terra, ma forse solo se queste condizioni si sono sviluppate anch’esse dopo 470 milioni di anni dalla collisione di un asteroide, perché questo è il nostro metro di misura. Ma chi ha detto che questa collisione sia avvenuta nello stesso momento in cui è successo sulla Terra?

In altre parole: sì, certo, ominidi, mostriciattoli, dinosauri, balene, uomini alati, uccelli con le mani e roba simile in qualche posto dell’universo dovranno pur esserci, ma attenzione: per arrivare alle condizioni di vita che noi riteniamo tali occorrono centinaia di milioni di anni e, affinché due “civiltà” analoghe esistano nello stesso momento e siano in grado di incontrarsi, occorre che lo scontro tra asteroidi (per usare una metafora, anche perché nell’infinito e nell’eterno potrebbero esserci altre possibilità) sia avvenuto allo stesso tempo (si fa per dire) nel sistema solare e negli altri sistemi. E non è neanche detto che uno scontro tra asteroidi, con conseguente caduta di un frammento su un pianeta con caratteristiche simili alla Terra, arrivi a produrre vita.

Altre civiltà? Sicuro, ce ne saranno miliardi, ma se per arrivare a sviluppare forme di vita “intelligenti”, che magari non si auto-distruggano e che allo stesso tempo vogliano e possano farsi un giro sulla Terra mentre noi ce le diamo (come sempre) di santa ragione (anche questo è un modo di dire), occorre un sincronismo di eventi che non dico e, per quanto non impossibile, è altamente improbabile che si veda qui ed ora una civiltà aliena.

E se questo sincronismo si fosse realizzato, supponendo che gli alieni vogliano farsi un giro da noi, non c’è da preoccuparsi perché se ci riescono è perché hanno sviluppato una tecnologia tale che se ci vogliono distruggere non hanno bisogno di guerre di conquista, mentre se ci vogliono solo incontrare (magari per salvarci da noi stessi) di sicuro sapranno di noi così tante cose che non verranno a spaventarci con dischi volanti o con raggi immobilizzatori.

Quindi, ripeto, restiamo umili, e magari occupiamoci della nostra Terra, facendo da parte ipotesi fantascientifiche come la TAC a quei corpicini che forse sono solo una meravigliosa bufala. 

Claudio Fiorentini

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