Una notizia che in Italia sta passando in sordina è la liberazione, dopo dieci anni di reclusione, dell’attivista egiziano Ahmed Douma e con lui di altri trenta detenuti. L’attivista, tra i preminenti capi della rivolta di Piazza Tahir, era stato condannato a 15 anni di reclusione ed è stato liberato per la “grazia” concessa da Al Sisi, stesso provvedimento di cui ha beneficiato Patrick Zaki, lui sì su tutte le prime pagine.
Non è compito mio indagare sulle motivazioni di Al Sisi, di certo questi provvedimenti hanno uno scopo che a noi sfugge, tuttavia, l’atteggiamento della stampa italiana (direi di una certa stampa), mi lascia alquanto perplesso, in quanto il merito della liberazione di Zaki è stato dato alla presidente del consiglio. La cosa era poco credibile già prima che trapelassero notizie sugli altri provvedimenti di grazia che, tutti insieme, inducono a ben altre riflessioni sulla strategia del presidente egiziano.
Il “popolo”, però, se l’è bevuta e una schiera di giornalisti, avidi di scoop, invece di analizzare le mosse di Al Sisi, si è limitata a spettegolare su cosa ha detto questo o quel personaggio sulla vicenda Zaki. Pettegolezzi, non giornalismo, vizio di alcuni nostri “informatori” che, del resto, non si palesa oggi con questa vicenda, ma lo si dimostra ogni giorno, in tutte le vicende nostrane dove le parole contano più degli atti. Del resto i giornali vivono di parole. E di scoop!
Un altro esempio macroscopico di sciatteria dell’informazione risale a pochi anni fa, quando il PNRR fu attribuito a Conte, eretto a paladino dei disgraziati, senza mettere in conto che tale piano riguardava l’Europa intera. Forse è stato per merito di Conte l’arrivo dei soldi in Spagna o in Portogallo?
Senza togliere meriti a nessuno, perché in un periodo così assurdo della nostra storia tutti hanno lavorato nel migliore dei modi che gli consentiva l’imprevista situazione, trovo assurdo che siano stati osannati gli interventi del primo ministro italiano e che sia stato ignorato completamente il fantastico lavoro fatto dall’Europa, in special modo da personaggi come Gentiloni e il suo staff, che hanno lavorato senza tregua per elaborare un PNRR e un NGE, primi veri esempi di strategia economica unitaria sostenuta da un debito europeo, scusate se è poco.
Per fare un piano del genere occorrono mesi, se non anni di lavoro, quindi bolliva in pentola da tempo. Il Covid lo ha accelerato e forse la Brexit ha contribuito alla sua approvazione. Ma l’Italia, fedele al culto della personalità, ha dato il merito al telegenico Conte ignorando gli altri. Tanto per fare un paragone, Sánchez, in Spagna non si è attribuito il merito e la stampa spagnola non mi sembra che lo abbia trasformato in novello Robin Hood.
La stampa italiana è diventata un inventario di pettegolezzi. Esistono, è vero, giornalisti tutti d’un pezzo e i loro articoli meritano la lettura, ma spesso le linee editoriali, guidate dalla tirannia del click e dalla legittima necessità di fatturare, non sono libere da colpe. I siti dei maggiori quotidiani sono rivelatori, spesso mettono in prima pagina notizie che smuovono lo strato emotivo e trascurano notizie che inducono alla riflessione.
Facciamo qualche esempio: di recente il fallimento del colosso cinese Evergrande ha occupato le prime pagine dei quotidiani italiani, stranamente nei siti internazionali non occupa le prime pagine; le elezioni in Ecuador e in Guatemala, in Italia, sono quasi ignorate, nei siti internazionali se ne parla molto di più; il colpo di stato in Niger, dove si scontrano interessi di multinazionali e di grandi potenze, viene analizzato con grande perizia da giornalisti esperti… a pagina venti o trenta…
Insomma, a leggere le prime pagine dei siti italiani sembra che sia il pranzo di Meloni in Puglia ad avere un grande peso negli equilibri internazionali. E poi c’è il granchio blu che forse è buono da mangiare e sicuramente è devastante per i pescatori di vongole, ma perché per più di tre giorni è andato in prima pagina, fino a farci sapere che era nel menù dei nostri leader, surclassando anche l’onnipresente Zelensky? È più importante cosa pensano i politici del granchio blu o parlare dei cambiamenti, magari tentando di porvi rimedio, dell’ecosistema che lo hanno fatto proliferare?
Alla fine, chi legge gli articoli si chiede dove trova la bestia aliena per farne bisboccia (molte sono le specie aliene che dovremo imparare a mangiare) e non cosa occorra fare per evitare che l’ecosistema continui la sua inarrestabile corsa verso il baratro che, non dimentichiamolo, è sempre più vicino.
In conclusione, se informare è un’arte, disinformare è un vizio capitale, purtroppo, assai praticato. Ma al pubblico italiano sembra che piaccia così!
Ah, dimenticavo: ascoltate La ballata della moda di Luigi Tenco, troverete spunti di riflessione interessanti…
https://www.youtube.com/watch?v=x0eLjbrrCjo
Claudio Fiorentini