Antognoni, bandiera incompresa

Giancarlo Antognoni al microfono di Emilio Buttaro in una foto di qualche anno fa
Giancarlo Antognoni al microfono di Emilio Buttaro in una foto di qualche anno fa

Da alcuni giorni il divorzio tra Giancarlo Antognoni e la Fiorentina è ormai ufficiale. Lui che è stato molto più di un simbolo per i colori viola ha preferito staccare la presa. “L’Unico Dieci” ha detto no alla proposta di un ruolo all’interno del settore giovanile quale responsabile scouting ed area tecnica.

Una storia che ha lasciato l’amaro in bocca anche a tanti sportivi, tifosi, addetti ai lavori, semplici appassionati di calcio. La vicenda è diventata ancor più clamorosa se solo si pensa che l’ex capitano viola e la sua “seconda famiglia” si sono separati soltanto qualche giorno dopo il trionfo degli azzurri a Wembley.

Il collegamento con la Nazionale non è soltanto per i precedenti di Antognoni che con la maglia azzurra ha giocato 61 partite diventando campione del mondo nel 1982 ma soprattutto perché dagli Europei è arrivata una grande lezione. Ci sono delle risorse in un gruppo capace di farti fare il vero salto di qualità, perché l’esperienza, il carisma, la capacità gestionale, l’attaccamento ai colori di una squadra in certi casi non hanno prezzo.

Non mi permetto di entrare più di tanto nella vicenda anche perché non nascondo una certa simpatia per l’attuale proprietà viola ma senza alcun dubbio nel calcio di oggi credo che le bandiere, quelle vere, come Giancarlo Antognoni debbano essere curate e non strappate.

Emilio Buttaro