C’è una bella storia che arriva dalla provincia. Una storia fatta di sentimento e passione. Una storia che si ripete nel tempo. Serse Cosmi, l’allenatore delle emozioni, il ragazzo cresciuto nella curva nord dello stadio di Perugia, torna a furor di popolo a guidare la squadra della sua città. Succede 16 anni dopo l’ultima volta, e 20 rispetto al suo esordio in quella panchina. Durante il quadriennio alla guida del Perugia porta la squadra umbra addirittura in Europa, un traguardo che mancava dai tempi della formazione dei record, quella di Castagner e Paolo Rossi, imbattuta in campionato e seconda in classifica soltanto al Milan.
Proprio nei primi anni 2000 ebbi il piacere di intervistare Cosmi per una rivista italiana. Mi spiegò che per lui la maglia e la panchina del Perugia rappresentavano “il sogno di un bambino nato in quella città e che in quella maglia vedeva cose incredibili. Da ragazzino speravo di diventare calciatore di quella squadra, poi crescendo il desiderio era quello di esserne l’allenatore e aver realizzato quel sogno le assicuro che non ha alcun prezzo in assoluto”.
Non poche le intuizioni di Cosmi alla guida dei Grifoni, su tutte Fabio Grosso trasformato da trequartista a terzino, poi Liverani convertito da numero 10 a play della difesa ed ancora Marco Materazzi prima di diventare eroe di Germania nel 2006 e baluardo dell’Inter di Mourinho.
“Sono tornato a casa e non so se sono più emozionato oggi o allora” ha detto qualche giorno fa durante la presentazione alla stampa. Di quel miracolo di provincia, il tecnico ne parla anche nel libro “L’uomo del fiume”, la sua autobiografia, vincitrice del Premio Bancarella Sport.
Adesso Serse (così chiamato in onore del fratello di Fausto Coppi) torna ad allenare la squadra della sua città con uno stipendio più vicino ad un rimborso spese che all’ingaggio di un allenatore di B.
Da Perugia a Perugia, l’uomo del fiume vuole provare a scrivere un nuovo pezzetto di storia del nostro calcio.
Emilio Buttaro