La Sintassi studia i rapporti, le relazioni, tra parole, o gruppi di parole, secondo la logica del pensiero che costruisce atti comunicativi identificabili e comprensibili
Autore: Luigi Casale
Significato e origine di: mambrucco
Mambrucco quindi, a parer nostro, è la deformazione parodiata – specialità tutta italiana – dell’espressione tedesca “man braucht” (serve, c’è bisogno, occorre), probabilmente sentita come una specie di intercalare
Origine e significato di: Ciaff’ttèra
La mamma chiamava ciaff’ttera, in maniera affettuosa e confidenziale, una persona, in genere una donna, e particolarmente una bambina o una ragazza, che si mostrasse piena di iniziative e si desse da fare per affermare questa sua intraprendenza
Significato e origine di: Sciavecarìe
Quanto alla sua origine la si fa derivare dell’arabo, con o senza la mediazione della lingua spagnola. Più probabilmente però la parola è entrata nella lingua italiana (toscana) attraverso il siciliano
Significato e origine di: Morale
Morale, forma neutra di “moralis” significa “ciò che riguarda il mos” (ciò che riguarda le abitudini, i costumi, le tradizioni; e, quindi, il comportamento). Mentre moralia (neutro plurale) sono le azioni morali
Significato e origine di: Lontano
La spazialità (cioè la collocazione relativa di due oggetti) nella lingua latina, quali che siano i vocaboli usati, ha sempre la doppia dimensione dello spazio e del tempo, dimensione che solo il contesto dell’atto comunicativo può rendere esplicita
Significato e origine di: colono
Colono è un sostantivo appartenente ad una famiglia di parole, che dal punto di vista strutturale e semantico, deriva dal verbo latino “colo (colo, colui, cultum, còlere)”, che significa essenzialmente tre cose
Significato e origine di: Deriva
La famiglia di parole italiane che hanno come base la stessa radice della parola deriva, contengono come primo significato quello di “allontanamento da un luogo determinato d’origine e conseguente separazione”. Poi anche quello di “errare senza meta”
Significato e origine di: Primo, secondo, … ultimo
Non potendo spiegare l’origine dei nomi dei numeri – non era questo, infatti, il nostro assunto – accontentiamoci di vedere almeno alcune parole che con i numerali hanno un rapporto stretto: come primo, secondo, … ultimo
Tagliare
Se non vi siete ancora affaticati, potete continuare le vostre esercitazioni di approfondimento semantico, attraverso la ricerca di tutte quelle parole che possono entrare nelle tre sfere lessicali del “cadere”, del “tagliare”, o del “procedere”
Caso
L’esercizio di scrittura di oggi, come tanti altri simili da me praticati, ha per scopo principale quello di avvicinare gli studenti ai problemi della lingua, di incuriosirli, di offrire loro qualche strumento di lavoro adatto alle loro capacità
Ambizione
Ambizione” è l’andare di qua e di là alla ricerca di qualcosa. Il verbo (lat.) “àmbio / ambìvi / ambìtum / ambìre” [da ambi, avverbio latino che significa intorno, di qua e di là; più il verbo ire (andare)] significava “andare in giro”
Passione e pazienza
Esse poi, sulla base della loro definizione semantica generano una serie di parole che vanno a collocarsi in due aree semantiche ben distinte, apparentemente senza alcun contatto e senza alcuna giustificazione di qualche affinità.
Desiderare
Se vediamo una stella cadente – si sa – esprimiamo un desiderio. Chi sa perché? E’ la fascinazione che le stelle esercitano sulla nostra vita. E’ un fatto primordiale.
Cafone!
Cafone etimologicamente non significa né povero, né contadino, né incolto, come spesso siamo portati a credere. Lo si evince dal discorso che se ne fa nell’insieme Ignazio Silone (1900-1978), nella prefazione al suo romanzo, Fontamara
Abbondare
“Abbondare come abbonda il mare”, quindi, è l’augurio di accrescere e migliorare le proprie condizioni di vita morali e materiali. Però il napoletano: Aunnà comm’aonna u mare sembra più pertinente e più pregnante di significato
Bottega
Il vocabolario italiano, attento all’etimologia delle parole, ci dice che bottega viene dal latino apotheca, che è la stessa cosa – si dice calco – del greco apothéke
Ncigna
“Da una forma di tardo latin, incaeniare, si risale all’aggettivo greco kainόs (che significa: nuovo)”. E il vocabolario me la indica come voce regionale. Certamente napoletana o delle regioni meridionali d’Italia.
Giorno
Il fatto che dies fosse trattata sia come maschile che come femminile ha comportato che dies dominica (il giorno del Signore) nella lingua italiana ha dato origine alla parola “domenica” (la), mentre nella sua forma maschile (dies dominicus) ha generato lo spagnolo “el domingo” e il francese “le dimanche”
Espedito
“Expeditus” è colui che è stato liberato dal peso di qualcosa e – come diciamo oggi – si muove “spedito”, cioè libero o liberato, quindi veloce
Legenda o leggenda?
Sono due parole diverse; e che, pur avendo la stessa origine, pur significando – in fin dei conti – la stessa cosa, le due parole designano due cose diverse; esse hanno due referenti differenti
Cultura
Solo la costante e infaticabile attività del “coltivare e coltivarsi” procura l’autodeterminazione razionale, cioè la libertà. Questa – a parer mio – è la vera comprensione della parola “cultura”
Idiota
Oggi vorrei parlarvi della parola “idiota”. (Ogni riferimento è puramente voluto). Se consulto il vocabolario italiano, il primo che mi capita sottomano, il Dizionario della lingua italiana, di Devoto e Oli, leggo alla voce idiòta: “Caratterizzato da una vistosa e sconcertante stupidità”; … e cose simili (più o meno). La descrizione del lemma si conclude, poi: “dal greco: idiotes: individuo privato, senza cariche pubbliche”
La pigione, in napoletano “ ‘o pesone”
Se vi dicessi, in maniera troppo sbrigativa, che pesone è un grande peso, per quanto io possa dire una banalità, pur sbagliando nel metodo, in sostanza direi una cosa giusta. Perché, essendo “u pesone” la rata mensile (pattuita) che paghiamo al padrone di casa per occupare – si dice locare – l’appartamento in cui viviamo …. chi mai vorrà negare che essa sia un “pe-so-ne”, cioè un grande peso?
Auguri
La parola “auguri” rientra nel sistema di etimi, tutti riconducibili ad una radice indeuropea. Ma, data la modesta portata del nostro lavoro, non ci si può richiedere di esaurire tutte le possibili soluzioni che la linguistica comparata ci mette a disposizione
Preparare
Ognuno di noi, infatti, che usiamo questa parola, ne conosciamo il significato. Cercherò invece di farne la storia; e, se mi riuscirà, di mettere la parola in relazione alle altre, sia a quelle contemporanee che a quelle del passato.
Porre, deporre. Mettere, mandare
Tutto questo per spiegare ancora una volta a che cosa ci riferiamo quando parliamo di trasparenza linguistica e di scivolamento di significato.
Ite Missa Est
Le persone di una certa età, che hanno partecipato a questo rito nella loro giovinezza quando la messa si celebrava in latino, ricorderanno il saluto finale del sacerdote alla fine della funzione religiosa: “Ite, missa est”; espressione che successivamente è stata tradotta: “Andate, la messa è finita”
Virtù
L’applicazione della parola virtus, attraversando tutto il medioevo in cui dell’uomo si è avuta un’idea molto diversa da quella dell’antichità, ha fatto sì che “virtuoso” divenisse l’uomo religioso. Proprio come nell’antichità lo era il valoroso soldato.
Studium
“Che cosa faranno, oggi, i nostri giovani studenti andando a scuola? Ludus, otium, oppure, studium ?” Presso gli antichi solo chi aveva “tempo libero” poteva continuare a fare scuola.
La scuola
Chi parla di buona scuola o non ama la scuola o dimostra di non averla mai conosciuta. Si sa che la scuola è un prodotto del sistema, nel senso che, come istituzione dello Stato, è voluta, creata, e mantenuta dalla classe egemone e pertanto è conservativa.
Istruzione, educazione
Accontentiamoci di quello che “abbiamo portato dentro” (istruzione) e di quello che “siamo capaci di portar fuori” (educazione), se, nel fare questo, siamo stati onesti e leali con noi stessi. Significa proprio questo istruito ed educato.
Amante
Proprio a causa della sua possibile connotazione, la parola “amante” non mi piace. Non mi piace nell’uso che se ne fa normalmente. E proprio per quell’accumulo di significati altri, sedimentati su di essa dall’uso.
“Cicero, pro domo sua”
“De domo sua” (o “pro domo sua”) è divenuto il motto, l’emblema, la bandiera di chi nei processi, nelle controversie, nelle discussioni – forse anche nella politica – parla esclusivamente per i suoi personali interessi.
Il nome dei giorni nella settimana
Il nome dei giorni della settimana è una delle prime cose che si insegnano ai bambini. Come i diti della mano, o i mesi dell’anno: un apprendimento seriale. Per tenere allenata la memoria. Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato; e poi domenica.
Si dice: “cui” o “a cui”?
Saper usare queste forme espressive – nel caso in esame, il pronome relativo, sia nella forma esplicita, sia in quella implicita – si chiama competenza linguistica. E questo non si vuol dire che necessariamente si debba essere tutti letterati; basta possedere un buon modello di lingua, il cosiddetto standard
Eccetera
Intanto, vediamo che cosa significa in realtà “eccetera”. E come si è formata questa parola. Essa è la forma agglutinata (saldatura di due parole in un unico vocabolo) del sintagma latino “et cetera” che significa: “e le restanti cose”, “e le altre cose”, “e ciò che segue”
Urbano e villano
Oggi, per effetto dell’antonomasia, nell’accezione comune, urbana è la persona di buoni comportamenti; mentre villano è colui che, non conoscendo le convenzioni della buona creanza, mostra comportamenti non normalizzati (cattivi!)
Il verbo “avere” e i suoi composti
Oggi intendo parlarvi del verbo latino “habeo, habui, habitum, habere” che significa “avere”. Ho indicato le quattro voci del paradigma, così come sono rappresentati i verbi in un normale dizionario scolastico
Affatto
Attraverso l’uso che se ne fa, le parole vanno soggette a trasformarsi, e se non sempre si trasformano sul piano fonetico o morfo-sintattico, spesso possono farlo su quello semantico. Cioè cambiano il loro significato. Fino a rovesciarlo completamente, talvolta
Parole vecchie e parole nuove: il caso di “agenda” e “compiti”
Non sempre Si capiscono alla stessa maniera. Molte volte mi […]
Oratorio
Oggi, come indicato dal titolo, intendo parlare di “oratorio”. Spiegando il senso che la parola acquista in riferimento all’oggetto per fare alcune considerazioni sulla portata, sulla storia, sulla funzione, di questa istituzione
La Befana
Vedete, allora, che patrimonio di cultura si condensa nei nomi! E quanta partecipazione di popolo è presente nella storia delle parole! Fino a riempire pagine e pagine di vera letteratura fiabesca. Come ogni lettore potrà darmi atto sulla base della personale esperienza, fatta con queste realtà immaginifiche
I pastori
In questo tempo natalizio, la parola pastori per quello che essa significa nel contesto culturale, grazie allo scivolamento di significato subìto, già da sola va a consolidare la lunga tradizione del presepe che viene ancora allestito nelle case e nelle chiese
Tetto, tegola, proteggere
Che legame sussiste tra le parole tetto, tegola, proteggere?