Istruzione, educazione

 

Nello svolgimento di questo mio lavoro di ricerca sulla semantica storica, un collaboratore della stessa testata, assiduo lettore dei lemmi che andavo pubblicando nella rubrica da me curata, volle gratificarmi – lusingandomi – del titolo di “più istruito”. Dovetti ringraziarlo pubblicamente riconoscendogli, a mia volta, un apprezzamento sui suoi racconti e sulla sua sensibilità di “educatore”, oltre che di attento letterato.

Fu quella l’occasione che mi portò a spiegare il significato di “istruzione” e di “educazione”: l’idea che anima le due parole, e tutte le implicazioni (o situazioni) che a partire dall’etimo latino ne formano il significato moderno con tutte le possibili accezioni.

Istruzione – oggi – è essenzialmente “formazione scolastica”, e quindi: cultura, conoscenza, competenza, e, talvolta, anche abilità (vedi l’espressione “istruzioni per l’uso”). Lo confermano i significati delle altre parole della stessa famiglia e con la medesima radice, come istruire e istruttore. Ma come si è arrivati alla formazione di questo significato? E a partire da quali parole?

Anche qui, come in moltissimi casi, partiamo dall’origine latina. Anche qui, tra i tanti possibili fenomeni (spostamento del significato e sue probabili cause) assumiamo in maniera privilegiata quella che si chiama metafora (cioè uso della parola spostata dal suo ambito specifico, ad un altro ambito, vicino o lontano, affine oppure no, secondo un meccanismo apparentemente gratuito, che trova motivazioni nella testa – o nell’esperienza creativa e originale – del parlante secondo una più o meno evidente analogia).

Al verbo struo/strùere, da cui deriva anche l’italiano istruire possiamo assegnare i seguenti significati, raggruppati in ordine di priorità come fanno i dizionari: 1. Ammucchiare, accatastare, accumulare, ammassare; 2. Fabbricare, costruire, erigere, edificare; 3. Porre in ordine, disporre, schierare; 4. Ordinare, comporre. Le parole collegate al verbo “struo” sono, stru-ctu-ra, in-stru-e-re (quella che ci interessa), in-stru-ment-um, con-stru-e-re, e anche: de-stru-e-re. In italiano corrispondono, grosso modo, a: struttura, istruire, strumento, costruire, e distruggere [smontare]. Per indicarne solo alcune.

Ora in-struere (da cui in italiano: istruire, istruito, istruzione) significa tutto quello che abbiamo indicato nei punti dall’1 al 4 (significato di base), aggiungendovi però (per forza della preposizione “in”) l’idea che l’apporto dei materiali avvenga dall’esterno all’interno (della struttura). Nella metafora che rappresenta la “costruzione del sapere” questi materiali di accumulo sarebbero gli elementi di conoscenza e/o di giudizio che l’uomo apprende. (Anche “apprendere” è un traslato, cioè un verbo che indica un’azione manuale, applicato – per metafora – alle attività dello spirito).

Un ulteriore esempio di azioni comuni usate come metafora di quelle spirituali è la parola educazione, laddove “educare” [e-duco] significa originariamente “portare  fuori”. Ecco. Nel caso di istruire è la conoscenza che “entra”. Mentre educare indica che è la “persona formata” ad uscire fuori allo scoperto.

Ora tutto questo “portar dentro” materiali e “condurre fuori” comportamenti consequenziali, se non avesse un riscontro morale e sociale sarebbe completamente inutile. Perché sterile.

Perciò, accontentiamoci di quello che “abbiamo portato dentro” (istruzione) e di quello che “siamo capaci di portar fuori” (educazione), se, nel fare questo, siamo stati onesti e leali con noi stessi. Significa proprio questo istruito ed educato.

Luigi Casale

 

 

 

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