Tagliare

tagliare

tagliare

 

Nel precedente articolo dove si trattava la parola caso, abbiamo parlato del verbo latino cado-càdere, dal tema cad- che è alla base della formazione di tante parole della lingua italiana (radice semantica o ètimo) appartenenti alla stessa famiglia.

Oggi voglio presentarvi un verbo latino simile a cado (radice: cad-), che – specialmente nei composti – con esso si confonde. Ed è il verbo caedo (radice caed- ), di tutt’altro significato (tagliare), che, a sua volta, ha generato nella lingua italiana una diversa famiglia di parole.

Il suo paradigma è:

caed-o                                     ce-cìd-ì                                    caesum [da caed-tum]                                     caed-e-re

Per completezza di informazione devo dire che al perfetto (la seconda voce del paradigma) i due verbi presentano il raddoppiamento (che poi scompare nei rispettivi verbi composti). Questo fenomeno fonetico consiste nell’aggiunta di una sillaba iniziale, formata dalla consonante iniziale del tema seguita dalla vocale “e”. Anticamente questa era la caratteristica del perfetto ed indicava, infatti, un’azione già fatta (perfetta, cioè, portata a termine).

Inoltre la differenza d’accento tra cècidi (da cado) e cecìdi (da caedo) dipende dal fatto che nel primo verbo la “i” è una vocale breve in quanto forma apofonica di una “a” breve, mentre nel secondo essa è lunga in quanto sempre forma apofonica di una vocale lunga (il dittongo “ae”). Infatti il tema cad- di cado presenta la “a” breve, mentre il tema caed- di caedo presenta un dittongo (che naturalmente equivale ad una sillaba lunga).

Ed ecco lo schema di caedo e dei suoi composti:

                                   caed-o ;                 ce-cìd-i;                 caesum;                caed-er-e              (tagliare)

Ad+caedo            Accìd-o                  Accìd-i Accìsum               Accìd-er-e           (tagliare, ferire)

In+caedo              Incìd-o                    Incìd-i                     Incìsum                 Incìd-er-e             (tagliare, incidere)

Ob+caedo           Occìd-o                 Occìd-i                   Occìsum               Occìd-er-e            (uccidere)

Così da caedo (col dittongo) deriva: accidere, occidere, incidere, circumcidere (rispettivamente: tagliare verso, tagliare contro, tagliare dentro, tagliare intorno), e – di conseguenza – uccidere (che per gli antichi era essenzialmente un tagliare: lacerare il corpo), decidere (metaforico: “tagliar corto”), circoncidere, ceduo (destinato ad essere tagliato; lo si dice del bosco), cesura (taglio), cesoie (forbici), cesareo (dall’espressione “caeso utero” = col taglio dell’utero; si dice parto cesareo la tecnica chirurgica di far nascere i bambini).

Per maggiore completezza – ma anche per evitarmi di ripetermi in un terzo articolo – e anche per maggior chiarezza degli studenti presenti nel numero dei miei lettori, aggiungo un terzo verbo, trattandolo in maniera sintetica come appendice. Ed è il verbo:

cedo;                      cessi [da: ced-s-i];                              cessum;                cèdere                   (avanzare, muoversi).

Dal questo verbo (con la “e”, senza dittongo) [camminare, andare avanti, andare indietro] invece derivano: incedere (avanzare), concedere (andare incontro a qualcuno: metaforico), accedere (andare avanti), accesso (entrata), decedere (tornare indietro, venir meno), decesso (metaforico: eufemismo per dire morte).

Se non vi siete ancora affaticati, potete continuare le vostre esercitazioni di approfondimento semantico, attraverso la ricerca (da farsi nella lingua viva, ma soprattutto sul Vocabolario) di tutte quelle parole che possono entrare nelle tre sfere lessicali del “cadere”, del “tagliare”, o del “procedere”.

Luigi Casale

 

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