“Ambizione” è l’andare di qua e di là alla ricerca di qualcosa. Il verbo (lat.) “àmbio / ambìvi / ambìtum / ambìre” [da ambi, avverbio latino che significa intorno, di qua e di là; più il verbo ire (andare)] significava “andare in giro”. E, infatti, nell’antica Roma la parola veniva usata per indicare l’attività di chi, candidato ad una carica pubblica, andava casa per casa a cercare il voto elettorale.
Perciò “ambizione” all’origine non è tanto desiderare, aspirare, cercare di avere, o bramare il successo, o pretendere un riconoscimento, come la intendiamo oggi, quanto piuttosto il darsi da fare col sollecitare il consenso elettorale. In alte parole: andare in giro a cercar voti. E, più in generale, cercar consenso o approvazione.
E “àmbito” [sost. dalla stessa radice] è lo spazio limitato, circoscritto, in cui ognuno si muove.
“Ambiente” [participio presente del verbo amb-ire] è uno spazio definito. Tipologia di luogo, reale o metaforico.
Mentre “ambìto” [part. perfetto del verbo amb-ire] oggi vale “fortemente desiderato”, nel senso di oggetto, o meta, che si cerca di raggiungere.
Luigi Casale