Sono talmente tanti i piccoli (Mt 25, 31-46) che incontriamo ogni giorno che forse rischiamo di farci l’abitudine, di avere già la risposta pronta, di giustificarci pensando che dovrebbero provvedere le istituzioni,…
Così, rischiamo di guardare tutto dall’alto, di essere come anestetizzati di fronte al male che dovrebbe preoccuparci, farci soffrire, almeno interrogarci! Non riusciamo a coinvolgerci, ad avere una reale attenzione per ciascuno, a provare compassione per la sua storia, le sue richieste, i suoi bisogni,…
Il Signore vede questa nostra difficoltà ma, conoscendoci bene, nutre una profonda fiducia in noi. Egli si affida proprio a noi, Suoi angeli, per annunciare la buona notizia (Vangelo).
Si serve di noi che per primi abbiamo brillato di gioia per la Sua Incarnazione, noi che siamo caduti a terra di fronte alla Sua sfolgorante bellezza, noi che lo abbiamo guardato da lontano, terrorizzati e increduli, mentre pendeva dalla Croce, noi che lo abbiamo incontrato dopo la Risurrezione, noi che pur avendo coscienza della nostra fragilità e del nostro peccato, continuiamo a desiderare con tutto il cuore di poggiare la nostra testa sul Suo petto per sentire il battito dell’Amore, noi che senza di Lui non possiamo più vivere!
Se decidiamo di aprirgli la porta, di lasciarci evangelizzare, Egli entra nella nostra casa e condivide con noi la Sua vita, ci dona il Suo amore, ci rende capaci di riconoscerlo nei fratelli: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13, 34).
Scoprendoci piccoli, bisognosi di ricevere tutto, crescendo nella conoscenza di Lui, Lo incontriamo nell’altro e accorciamo le distanze, abbattiamo le barriere, facciamo spazio per ascoltare e accogliere, ci carichiamo sulle spalle i pesi gli uni degli altri.
Questa Quaresima sia per me, Signore, un tempo propizio per contemplarti, per accorgermi di quanto mi ami, di quanto sei innamorato di me e di ogni Tua creatura!
don Gian Luca