Convertirmi

Il profeta Amos. Vangelo
A turbare la falsa pace dell’inquisitore, ci pensa il profeta Amos (nella foto)

La rovina del cristiano sta nel pensare che il Vangelo sia da applicare alla vita del prossimo e non alla propria.

A volte, uscendo di chiesa, si sente dire con tono da giudizio universale: «Stai attento! Hai sentito che ha detto il prete oggi?», quasi che le parole ascoltate durante l’omelia fossero un ammonimento per questo o quell’altro conoscente, reo di non essersi comportato bene.

È come se uno andasse a messa per sentirsi confermato nei suoi giudizi, spesso poco benevoli, e uscisse sul sagrato della chiesa rafforzato nelle sue convinzioni e investito di un’autorità maggiore perché «L’ha predicato pure il prete dall’altare», oppure perché «Sta scritto pure nel Vangelo».

Così, la vocazione di ciascuno a lasciare tutto per seguire il Signore (conversione), si riduce a essere soltanto la chiamata di questo o di quell’altro personaggio a cambiare vita, prima che sia troppo tardi. In questa logica, il cristiano, anziché essere un missionario annunciatore della misericordia di Dio, diventa un inquisitore che trascorre le sue giornate a indagare sugli usi e costumi del prossimo, censurandoli appena se ne presenti l’occasione.

A turbare la falsa pace dell’inquisitore, che si nasconde in ciascuno di noi, ci pensa il profeta Amos. Egli ci ricorda con forza quanto sia importante aderire al Signore con tutta la vita e non soltanto con le pratiche religiose: «Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e solo così il Signore, Dio degli eserciti, sarà con voi, come voi dite» (Amos 5,14).

In chiesa celebriamo, anche più volte al giorno, il nostro Signore Gesù Cristo, l’Emmanuele, il Dio con noi (Mt 1,23). Ma, poi, sulle strade il nostro agire e il nostro dire mostrano tutt’altro: potremmo benedire e, invece, ci ritroviamo a imprecare e maledire; potremmo aver rispetto dell’altro e, invece, facciamo di tutto per prevalere con ogni mezzo e screditarlo; potremmo pensare bene del prossimo e, invece, costruiamo le chiacchiere più fantasiose sul suo conto; potremmo aver cura del fratello e, invece, lo trattiamo con indifferenza,…

Parole forti quelle uscite dalla bocca del profeta, parole che mettono in guardia anche me dal sentirmi arrivato perché so celebrare la messa, so dire le preghiere, so cantare, so fare tante cose,… Come cristiano e, ancor più come prete, sono chiamato a impegnarmi perché «come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne».

don Gian Luca

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