Claudia Piccinno: poesia moderna e impegnata dal sapore autentico

Elisabetta Bagli

Claudia Piccinno è una figura di spicco nell’attuale panorama letterario italiano. È poetessa e scrittrice, nata a Lecce, ma residente in provincia di Bologna. Da sempre si adopera per promuovere la poesia basata sul rispetto e sull’apprezzamento delle differenze, lottando contro i pregiudizi di ogni genere. La sua attività poetica l’ha portata a essere presente in moltissime antologie poetiche, nazionali e internazionali, e la sua opera è stata pubblicata in molte riviste del settore in Italia e all’estero (India, Malesia, Singapore, Turchia, Cina, USA, Polonia e Spagna).

È redattrice di alcune riviste italiane e internazionali e collabora con molti blog dediti al settore letterario. Con i suoi versi, ha collaborato anche ad alcuni cataloghi d’arte. È membro di giuria di numerosi premi letterari nazionali e internazionali. Il suo lavoro ha ricevuto molti premi tra gli ultimi il Premio creatività letteraria al Naji Naaman 2018, Libano; il premio Aco Karamanov in Macedonia del Nord nel 2021, il premio Zhiti in Kosovo, una Benemerenza civica per meriti culturali dal Comune di Castel Maggiore (Bo), il Premio Ossi di seppia nel 2020, il Premio Pannunzio nel 2022.

Ha tradotto molti autori dall’inglese in italiano. Le sue poesie sono state tradotte in più di venti lingue. Tra le molteplici sue pubblicazioni possiamo annoverare il saggio “Asimov, un volto inedito” e le sillogi poetiche “Ipotetico approdo”, “In nomine patris”, “La nota irriverente”, “Sfinge di Pietra”, “En cada ventana de Azul”, “Implicita missione”.

Andiamo a conoscere meglio questa grande poetessa e scrittirce attraverso l’intervista che ci ha gentilmente concesso.

 

Il tuo nuovo lavoro, uscito da pochi giorni è “Implicita Missione – La fotosintesi della Memoria”. Come mai questo titolo così particolare?

La poesia è una forma di testimonianza, è il mio modo di fare memoria. Questo titolo vuole richiamare la valenza mnestica e pedagogica che io attribuisco al mio fare e al mio essere in Poesia.

 

Cosa possiamo trovare all’interno di questo libro?

Ci sono le motivazioni dei giurati Massimo Parolini e Colomba Di Pasquale, devo infatti al concorso Narrapoetando la pubblicazione di questo libro.

C’è la splendida prefazione di Emanuele Aloisi, poeta e cultore della letteratura. E poi ci sono i miei componimenti raggruppati in quattro sezioni: Poesie varie, Haiku, Tautogrammi, Dediche.

 

Nella splendida copertina viene rappresentato il Parnaso e si evidenzia il verso “Numine afflatur” recitato e cantato da Apollo che ha in mano la lira, proprio ad indicare che la poesia viene da Dio e il poeta viene ispirato dall’Alto. Per te è così? Da dove prendi l’ispirazione? Nei tuoi versi ci sono riferimenti ai classici?

Se crediamo al Dio degli invisibili e delle piccole cose, allora posso dire che è molto presente nei miei versi, spesso nella mia più accorata preghiera e nelle mie invettive, “orfana anch’io di quello stesso Dio”- scrivevo in Caronte a proposito di un terribile naufragio, in una precedente raccolta. Sicuramente è la Vita la prima fonte di ispirazione. Ma un posto di rilievo nella mia esistenza lo riveste lo studio e, quindi, i classici sono sicuramente parte in causa nel mio zaino antropologico.

 

In questo nuovo lavoro ti sei avventurata anche in una metrica antica giapponese che ultimamente sta trovando molta fortuna anche nella società occidentale. Perché secondo te?

Credo che la fortuna degli Haiku dipenda dal fatto di poter condensare in solo tre versi una o più immagini e questo fa sì che il lettore comune non si annoi. Viviamo nella società delle immagini, la tecnologia ci ha abituato alla brevità della comunicazione, l’haiku, che anticamente era legato a un contenuto puramente naturalistico, oggi viene utilizzato su ogni tipo di contenuto.

 

Che funzione ha la poesia nella società moderna?

Il nostro amico Dante Maffia mi dice sempre che la poesia non serve a niente, ma a me piace credere che abbia una funzione, in passato era strumento di adulazione o esaltazione di gesta epiche, nella società moderna potrebbe salvaguardare l’umanità dalla barbarie e dall’indifferenza, in quanto testimonianza potrebbe appunto profetizzare un mondo più empatico e fare luce sulle marginalità del nostro tempo.

 

Perché dovremmo leggere il tuo libro?

Per concedersi una pausa, per rallentare e guardarsi dentro.

 

Ti dedichi all’insegnamento. Com’è l’approccio dei tuoi ragazzi con la poesia?

Generalmente alterno fasi di fruizione a un laboratorio di produzione. Partiamo dai giochi di parole, tipo lo scarto,la sciarada, l’anagramma, gli indovinelli e nelle classi più alte ci mettiamo alla prova con le figure retoriche, gli acrostici, i mesostici, il logogrifo,i lipogrammi, i Tautogrammi, gli Haiku. Ai bambini piace scrivere le poesie, a volte gli alunni meno brillanti nella logica, ti sorprendono per la sonorità e il ritmo o per la delicatezza e la creatività del messaggio.

 

Una domanda scontata ma che potrebbe essere significativa per chi volesse approfondire la tua conoscenza: quali i progetti futuri?

Sto organizzando insieme a Raffaella Tamba la seconda edizione del festival Versatili Versi che si terrà il prossimo 31 marzo al centro di lettura L’isola del tesoro di Trebbo di Reno, Bologna. Quest’anno faremo un tributo a Umberto Saba di cui ricorrono i 150 anni dalla nascita.

Ho inoltre ricevuto un invito dal professor Zuccaro per parlare di poesia in inglese agli studenti di teologia alla Cattolica di Milano, mi emoziona molto il confronto con i giovani e credo che occasioni del genere siano molto stimolanti per la mia penna. Ci andrò nel mese di maggio.

Poi sempre in maggio ci sarà la prima presentazione in Italia del libro Le nove vite di Milena Pavlovic Barili, di Maja Herman Sekulic che ho avuto l’onore di tradurre in italiano per la casa editrice Il cuscino di stelle. La presentazione sarà a Parma a cura di Luca Ariano ed Emanuela Rizzo nella libreria storica della città. E sarò molto felice di presenziare accanto a Maja, un’icona della letteratura serba.

 

Poetessa, docente, traduttrice, operatrice culturale, cos’altro?

 Madre, moglie, onnivora lettrice, amante degli animali.

 

Grazie per averci donato una parte di te stessa in questa intervista nella quale abbiamo compreso l’importanza che ha amare la cultura e soprattutto diffonderla esattamente come fa Claudia Piccinno, dai bambini al mondo.

Lascia un commento