CARACAS – Il calcio é uno sport capace di farci sentire amore, passione, rabbia, suspence in 90 minuti e qualcosa in più. In quei 90 giri di lancette, i battiti del nostro cuore aumentano ed i nostri sensi vivono esperienze uniche: i colori, i cori, l’odore dell’erba appena innaffiata, e tante altre cose.
La palla a chiazze ci permette di conoscere personaggi unici che servono d’esempio non solo dentro il campo, ma anche fuori. Uno di questi é l’italo-venezuelano Ricardo Andreutti.
“Ricky” é uno di quei giocatori che non mollano mai. Non sono mai stati pubblicati scandali che lo riguardino. L’ho visto applaudire i compagni per i gol che segnavano, esultare per la squadra. Ricorderò sempre quella volta che con il Caracas entrò in campo e segnò subito il gol che qualificava la formazione capitolina alla fase successiva della Coppa Sudamericana.
Appena 18enne, il centrocampista di origine friulana ha giocato in Italia con il Chioggia Sottomarina, nella serie D. Dopo l’esperienza nel paese dello stivale ritornò in Sudamerica con l’intenzione di giocare con il Juventud Las Piedras della serie B uruguaiana, ma la trattativa non va in porto.
Verrà invece acquistato dal Deportivo Italia (poi diventato Deportivo Petare). La sua grinta gli ha permesso di diventare uno dei perni della squadra azzurra. Con il Deportivo Italia vinceva il Torneo Apertura 2008.
Dopo 5 anni alla corte azzurra, Andreutti andò a rinforzare il Caracas. Nei due periodi con i “Rojos del Ávila” ha messo in bacheca: la Coppa Venezuela vinta nel 2013 contro il Táchira, il Torneo Clausura 2019 e lo Scudetto 2019.
“Ricky” ha avuto un’esperienza anche con il Deportivo Lara con cui ha vinto il Clausura 2017 e 2018. All’ombra dell’Obelisco è stato tra i protagonisti della vittoria (1-0) contro gli argentini dell’Independiente de Avellaneda.
Fuori dal campo, l’italo-venezuelano lavora con una holding finanziaria ed é portavoce di diverse ONG. Quando ha un po’ di tempo libero trova l’ispirazione con lo Yoga.
Pochi giorni fa ha appeso gli scarpini al chiodo. Il calcio ha perso un guerriero, ma sempre leale anche con i suoi avversari. Posso dirvi che da quando giocava con l’Italia l’ho sempre ammirato.
(di Fioravante De Simone / redazione Caracas)