Pensare che il discorso xenofobo e razzista interessi solo gli extracomunitari provenienti da lontane terre africane è ingenuo. E a dimostrarlo è stato il sindaco di Oviedo, Alfredo Canteli.
MADRID – Gli immigrati latinoamericani, in particolare quelli appartenenti alla galassia venezuelana, pensavano di essere al sicuro dal discorso xenofobo e razzista dei conservatori, siano essi moderati, come quelli del Partito Popolare, o estremisti, come quelli di Vox e “Se Acabó la Fiesta”. Anzi, ne erano certi. Purtroppo, non è così.
Pensare che il discorso xenofobo e razzista interessi solo gli extracomunitari provenienti da lontane terre africane è ingenuo. E a dimostrarlo è stato il sindaco di Oviedo, Alfredo Canteli. Il giorno in cui si protestava per l’omicidio di Karilenia, una giovane cubana madre di tre minorenni, Canteli si è scagliato contro gli immigrati che ritiene responsabili di qualunque disordine pubblico o crimine. Il sindaco di Oviedo li ha accusati, senza alcuna prova, dell’ennesimo efferato femminicidio. Non è tutto. Ha sottolineato, con disprezzo, che si trattava di un venezuelano. Al giornalista che ingenuamente gli faceva notare il colossale errore e gli spiegava che il presunto assassino, arrestato dalla polizia, è un asturiano, il sindaco ha risposto con un secco: “da lo mismo” (è lo stesso).
Ha ragione. Non importa se rappresentanti del Partito Popolare o di Vox si appropriano delle manifestazioni dei venezuelani con proclami privi di fondamento cercando il loro sostegno per gratuiti attacchi al governo.
E ancora meno importa una realtà fatta da tanti giovani e meno giovani venezuelani, onesti lavoratori, che dopo aver ottenuto la nazionalità spagnola ne fanno vanto con lo stesso orgoglio con cui rivendicano le proprie origini. Per una parte dei conservatori, probabilmente una minoranza, “da lo mismo”. Per loro, la congiuntura politica venezuelana non è altro che un argomento da sfruttare per ottenere benefici in termine di politica interna. Non sono propositivi, solo dicono ciò che i venezuelani desiderano ascoltare.
Ci si scandalizza della politica migratoria di Trump, ma non del discorso delle frange dell’estrema destra che, purtroppo lo vediamo in tutta Europa, incidono anche sulle posizioni dei conservatori moderati. Se esponenti di alto rilievo del Partito Popolare propongono l’impiego della Marina Militare per respingere una immaginaria invasione di “migranti africani”, cosa ci si può aspettare da un semplice sindaco. Gli immigrati, latinoamericani o no, restano purtroppo l’anello più debole della società. Anche la Spagna, all’avanguardia nell’ambito dei diritti civili, non è esente dal pericolo che rappresentano le correnti reazionarie, come quelle che scuotono oggi l’Unione Europea. I venezuelani sanno, perché lo vivono oggi in carne propria, cosa vuol dire farsi ammaliare da falsi “canti delle sirene” inviati da chi in realtà li vorrebbe fuori dal proprio paese.
Mauro Bafile