Karikò e Weissman, Nobel Medicina per i vaccini mRNA

La sede dell'industria farmaceutica Merck a Lansdale, in Pennsylvania.
La sede dell'industria farmaceutica Merck a Lansdale, in Pennsylvania. (Photo by TOM MIHALEK / AFP)

MADRID. – Katalin Karikó e il dottor Drew Weissman hanno vinto il Premio Nobel per la fisiologia e la medicina, per le loro ricerche sull’mRNA messaggero necessarie allo sviluppo dei vaccini contro il Covid-19. Il biochimico di origine ungherese Karikó, 68 anni, ha trascorso quasi un decennio presso BioNTech, l’azienda farmaceutica tedesca che ha collaborato con il colosso farmaceutico Pfizer per produrre il primo vaccino pandemico contro il virus che causa COVID-19 . Il medico-scienziato Weissman, 64 anni, è professore di ricerca sui vaccini presso la Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania.

Il loro lavoro ha fornito agli scienziati e alle aziende farmaceutiche i mezzi per trasformare le cellule del corpo in produttori di anticorpi. Il premio è stato assegnato ai due scienziati americani “per le loro scoperte riguardanti le modifiche delle basi nucleosidiche che hanno consentito lo sviluppo di efficaci vaccini a mRNA contro COVID-19”.

Nella motivazione si legge infatti che “le scoperte dei due premi Nobel sono state fondamentali per lo sviluppo di vaccini a mRNA efficaci contro il COVID-19 durante la pandemia iniziata all’inizio del 2020. Attraverso le loro scoperte rivoluzionarie, che hanno cambiato radicalmente la nostra comprensione di come l’mRNA interagisce con il nostro sistema immunitario, i vincitori hanno contribuito al ritmo senza precedenti di sviluppo di vaccini durante una delle più grandi minacce alla salute umana dei tempi moderni.  

Il Comitato ricorda che da tempo sono disponibili vaccini basati su virus uccisi o indeboliti, come nel caso dei vaccini contro la poliomielite, il morbillo e la febbre gialla: nel 1951, Max Theiler ricevette il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina per aver sviluppato il vaccino contro la febbre gialla. Grazie ai progressi della biologia molecolare negli ultimi decenni, però, sono stati sviluppati vaccini basati su singoli componenti virali, piuttosto che su virus interi: già prima della pandemia ne erano un esempio i vaccini contro zika e Mers.

Ma le scoperte dei due premi Nobel “sono state fondamentali per lo sviluppo di vaccini a mRNA efficaci contro il COVID-19 durante la pandemia iniziata all’inizio del 2020, spiega il Comitato dei Nobel. Attraverso le loro scoperte rivoluzionarie, che hanno cambiato radicalmente la nostra comprensione di come l’mRNA interagisce con il nostro sistema immunitario, i vincitori hanno contribuito al ritmo senza precedenti di sviluppo di vaccini durante una delle più grandi minacce alla salute umana dei tempi moderni”.  

Dopo lo scoppio della pandemia di COVID-19, infatti, “due vaccini a base di mRNA modificati che codificano per la proteina di superficie SARS-CoV-2 sono stati sviluppati a velocità record. Sono stati segnalati effetti protettivi di circa il 95% ed entrambi i vaccini sono stati approvati già a dicembre 2020. L’impressionante flessibilità e velocità con cui i vaccini mRNA possono essere sviluppati aprono la strada all’utilizzo della nuova piattaforma anche per vaccini contro altre malattie infettive.

In futuro, la tecnologia potrebbe essere utilizzata anche per fornire proteine terapeutiche e trattare alcuni tipi di cancro. Sono stati rapidamente introdotti anche diversi altri vaccini contro la SARS-CoV-2, basati su metodologie diverse, e insieme sono state somministrate più di 13 miliardi di dosi di vaccino COVID-19 a livello globale. I vaccini hanno salvato milioni di vite e prevenuto malattie gravi in molte altre, consentendo alle società di aprirsi e tornare a condizioni normali.

Attraverso le loro scoperte fondamentali sull’importanza delle modifiche di base nell’mRNA, i premi Nobel di quest’anno hanno contribuito in modo critico a questo sviluppo trasformativo durante una delle più grandi crisi sanitarie del nostro tempo”. 

(Redazione/9colonne)

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