Arte e scrittura nella galleria Captaloona Art

MADRID. – Instancabile, Claudio Fiorentini, scrittore, poeta e pittore, attraverso le sue gallerie Captaloona Art e Loona Contemporary ci regala, quasi ogni settimana, una sorpresa che è cibo per l’anima. Arte, poesia, narrativa, sono il ponte che Fiorentini usa per promuovere la cultura contemporanea italiana in Spagna e viceversa quella spagnola in Italia.

Era appena conclusa la mostra individuale La creación dello spagnolo Eliseo Vincenti e avevamo ancora negli occhi i suoi quadri potenti, duri a tratti, che riflettono la profonda umanità di un artista che ha scelto di installare il suo studio in una casa di riposo che accoglie bambini con corpi di anziani. Lavora, circondato dall’entusiasmo, la sincerità, la capacità di meraviglia che mantengono queste persone a dispetto dell’età che ha segnato il corpo ma non la mente.

 

Lì Vincenti riflette sulla vita, sull’essenza dell’essere umano, sul dolore, sulla solitudine e sulla morte per poi trasferire sulle tele le sue emozioni con pennellate di colore a volte cupe, altre più brillanti, che creano crepe, vuoti e avvallamenti in cui l’occhio si perde per ricreare, secondo la sensibilità, le esperienze, lo stato d’animo di ciascuno.

Ora, fino al 17 giugno, le pareti della galleria restano spoglie per dare maggiore forza all’opera di arte concettuale dell’artista Danilo Preto, in arte Preda, giunto espressamente dall’Italia. L’installazione che si chiama “God save Venice” ricorda il male antico e mai totalmente risolto dell’acqua alta che periodicamente cerca di ingoiare Venezia.

Dopo aver ritrovato dei sacchi di iuta che nel sedicesimo secolo usava il Magistrato alle acque per difendere la città, l’artista li ha riempiti di sabbia e vi ha steso dei vecchi rosari, di quelli che si appendevano sulle spalliere dei letti, a significare la scarsa fiducia che i veneziani riponevano nelle autorità terrene e la loro ricerca di un aiuto sovrannaturale.

“L’arte concettuale deve farci pensare, reagire, deve scuotere gli animi” ci dice Preto “Il nostro mondo diventa sempre più indifferente, chiuso nei piccoli egoismi, non ama gli approfondimenti”. In questo tempo in cui tutto si mastica di corsa facendoci perdere ogni sapore per quei valori che non possono essere messi su un mercato e comprati, l’arte concettuale è uno degli strumenti più potenti per ricordarci che siamo esseri umani e che siamo i responsabili di noi stessi e della società e l’ambiente in cui viviamo.

“Venezia si sta svuotando di veneziani. La comprano gli stranieri, persone che in gran parte la vedono come una Disney, che non l’ameranno mai come i veneziani e che quindi non si preoccuperanno di conservarla”. Questo gioiello unico al mondo è continuamente violentato dal traffico delle imbarcazioni, dal flusso dei turisti, dal chiasso umano che non è capace di ascoltarne il respiro antico.

 

“God save Venice” ci dice tutto questo, ce lo dice con questa striscia di sacchi che sembra una ferita che attraversa il pavimento della galleria, una ferita che con i suoi rosari chiede aiuto ad un’entità superiore nella quale crede per disperazione.

In un angolo un’altra installazione, più piccola ma non per questo meno potente, è costituita da un altare in cui un vaso liturgico riverso è accompagnato da piccoli cuori creati a partire dalle sorpresine di plastica degli ovetti kinder, triturate e trasformate.

Cuori di plastica. Cuori che conservano sogni di plastica. Cuori che contengono il mondo di plastica che spesso regaliamo ai più piccoli per tenerli impegnati mentre noi corriamo e corriamo.

Partendo da un’attenta osservazione della realtà e dalle riflessioni che ne scaturiscono, l’artista ha redatto anche un suo “Manifesto” che costituisce di per sé un’opera concettuale.

Durante la serata inaugurale dell’esposizione di Preda sono stati presentati anche due libri di uno scrittore che per circa 40 anni è stato prestato alla medicina veterinaria: Lucio Sandon. Arrivato a Napoli quando aveva 4 anni ne ha assorbito la verve, la capacità di osservare per raccontare, la sottile ironia.

Amante della storia che ricostruisce con la serietà e puntigliosità del ricercatore, nel libro Il Teorema della spada ha creato una narrazione che inizia con la spedizione di Annibale e arriva ai nostri giorni. L’ispirazione è sorta, come ha spiegato lo stesso Sandon, da una leggenda secondo cui in Molise, lì dove nasce il fiume Volturno, si nasconde un immenso tesoro.

Il secondo libro dello stesso autore che ci ha presentato Claudio Fiorentini si intitola Il mondo ai piedi del vulcano ed è composto da una serie di racconti basati sulle esperienze reali fatte da Sandon mentre esercitava la professione di veterinario per ricchi e poveri, nobili e camorristi, uniti tutti dall’amore per i loro animali. Sandon confessa che quando terminava una visita scriveva in un taccuino le sue impressioni per poi trasformarle in racconti.

Essendo poi un bon viveur amante della cucina e dei buoni vini accompagna ogni racconto con ricette e un consiglio per il vino che meglio vi si addice.

Di un’ironia gioiosa ma anche amara, Sandon, come ogni buon napoletano, riesce a ridere e farci ridere delle tragedie umane che in questo modo diventano più leggere. Con quel sorriso a volte aperto a volte un po’ storto, ci invita ad andare avanti, nonostante tutto.

Il prossimo appuntamento da Captaloona Art è previsto per il 22 giugno, quando sarà inaugurata l’esposizione Efigie del dolore dell’artista cubano Leonardo Eymil che, come scrive Fiorentini, “attraverso pittura a tratti iper-realista e arte concettuale, esprime il grido che reclama giustizia sociale e che troppo spesso è inascoltato”.

Un altro appuntamento da non perdere.

Mariza Bafile

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