Marco Lapadura: “Più attenzione alla violenza di genere,  alla comunicazione e agli Over 75”

MADRID – “Abbiamo istituito in seno al Consolato una piccola unità pronta ad agire qualora ci fossero segnalati casi di violenza di genere. Abbiamo anche ingaggiato un pool di avvocati che si è messo gentilmente a nostra disposizione in forma assolutamente gratuita, per offrire una prima assistenza di carattere legale”. Lo ha spiegato alla “Voce”   il Consigliere Marco Lapadura che oltre ad essere responsabile dell’Ufficio Politica Estera (Americhe, Europa dell’Est), Cooperazione Scientifica, Unwto e Politica Interna della nostra Ambasciata in Spagna, è anche incaricato del coordinamento consolare.

Atti notarili, certificati di esistenza in vita o di stato civile, documenti di viaggio d’emergenza, rilascio dei passaporti, rinnovo di carte di identità. Insomma, pratiche burocratiche di normale amministrazione. Il comune cittadino, l’utente, è portato a pensare che siano queste, e solo queste, le incombenze di un Consolato o di una Cancelleria Consolare.  Certamente lo sono, ma non sono le uniche. Ve ne sono altre che sfuggono alla loro attenzione, perché  esigono discrezione; la discrezione e il rispetto che merita il connazionale. Ci riferiamo all’assistenza agli anziani, ai connazionali meno agiati e, appunto, alle vittime di violenza di genere.

– Credo sia necessario un piccolo passo indietro; qualche informazione di contesto, utile per capire cosa stiamo facendo – ci ha detto Lapadura che ha poi sottolineato “la grande sensibilità da parte dell’Ambasciatore Riccardo Guariglia per i temi consolari”; una sensibilità che ritiene essenziale per lo sviluppo di nuove idee.

Dopo aver speso parole di elogio nei confronti del personale della Cancelleria Consolare a Madrid, del Consolato Generale a Barcellona, del Vice-Consolato ad Arona, aperto recentemente, e dell’intera rete di Consolati Onorari, che ritiene “di spiccata competenza”; ha ritenuto necessario segnalare che si è “davanti ad una crescita quasi esponenziale della nostra comunità residente in Spagna”. È un fenomeno questo che, a giudizio di Lapadura, obbliga allo sviluppo di idee nuove senza le quali sarebbe quasi impossibile offrire servizi di qualità.

– Quest’anno – ha precisato – stiamo registrando una crescita di circa il 7 per cento rispetto allo scorso anno. Ci assestiamo attorno a cifre che superano i 260mila residenti. Di fronte a questi numeri, e a risorse umane più o meno costanti nei nostri Consolati, bisogna un po’ ingegnarsi per essere efficienti. E continuare ad offrire risposte adeguate alla richiesta crescente di servizi da parte dell’utenza.

Violenza di genere

Se ne parla tanto. La società spagnola, più di altre, risulta essere assai sensibile ai diritti delle donne e a quelli della comunità Lgbtqi+. Ne sono riprova la recente Legge del “sì è sì” e il progetto di Legge “Trans”, al vaglio del Parlamento. La particolare attenzione rivolta dalla società spagnola alla violenza di genere, a quanto pare, ha trovato terreno assai fertile nella sensibilità del consigliere Lapadura che, nelle ultime assemblee del Comites di Madrid, ha accennato ad alcune iniziative messe in campo. Abbiamo incontrato il coordinatore consolare nel suo ufficio nello storico palazzone di Amboage, sede della nostra Ambasciata. Abbiamo conversato su alcuni temi in particolare: violenza di genere, assistenza ai connazionali meno fortunati, corsia preferenziale per gli Over 75 e comunicazione. Con la discrezione e la prudenza del diplomatico, Lapadura ha risposto ad ogni nostra domanda, a volte misurando le parole, altre con gran disinvoltura.

Sos vittime violenza in casa
La violenza di genere, un argomento assai delicato al quale il coordinatore consolare rivolge particolare attenzione

– Quali provvedimenti state prendendo per semplificare i servizi consolari e renderli più accessibili?

– Più cresce la collettività e più ci troviamo di fronte a situazioni di connazionali in stato di vulnerabilità –  ha spiegato -. C’è una categoria di persone che ha difficoltà ad accedere ai servizi consolari; paradossalmente è quella che più ne ha bisogno. Siamo impegnati nel rimuovere gli ostacoli. In questo contesto, stiamo sviluppando alcuni progetti, soprattutto con la Cancelleria Consolare a Madrid. Sono piccoli progetti pilota. Uno di questi è quello dedicato, appunto, alle vittime della violenza familiare o di genere. Un altro, agli over 75. Abbiamo anche posto una particolare attenzione alla questione dei connazionali detenuti nelle carceri spagnole. Ci risulta che, nella circoscrizione di Madrid,  siano circa un centinaio. Questo è il contesto che permette di capire meglio cosa possiamo e stiamo cercando di fare.

– Violenza di genere… , avete istituito un numero telefonico “ad hoc”…

– Innanzitutto – ha precisato -, siamo andati a trovare l’unità della polizia spagnola che si occupa di questi delitti. L’acronimo è Ufam, “Unidad de Atención a la Familia y Mujer”. Questa unità ha competenze di polizia, quindi anche di repressione oltre che a quelle di prevenzione  con l’uso degli strumenti che ha uno Stato sovrano. Hanno un numero di emergenza che è bene diffondere anche tra la collettività italiana: lo 091. Ci siamo messi a loro disposizione.

Ha spiegato che è stato consegnato a questa unità della polizia un piccolo “pamphlet” elaborato dalla Cancelleria Consolare. Si tratta di un opuscolo con alcune informazioni di base che la polizia è autorizzata a consegnare alle vittime di nazionalità italiana in Spagna.

– Siamo in grado di dare una prima assistenza di tipo giuridico – ha proseguito -. Possiamo fare anche altre cose…

Ha ritenuto che, dal punto di visto psicologico, sia di grande aiuto far sapere alla vittima che le istituzioni italiane le sono vicine. E ha assicurato che già aver accanto una voce italiana, una voce amica, è di conforto.

– Anche il solo, semplice contatto umano è di consolazione – ha insistito -. Poi, possiamo mettere a sua disposizione un primo servizio di consulenza giuridica; agevolare i contatti con la famiglia… Spesso alle vittime risulta difficile uscire dallo stato di isolamento in cui si trovano. Se lo è, nel proprio paese, lo è ancora di più all’estero. Quindi, avere un’istituzione che aiuti anche solo a ristabilire alcuni contatti con amici o familiari; ad attivare dei canali di sostegno è molto importante. Siamo in grado di aiutare ad organizzare il rientro in patria. In alcuni casi – ha proseguito -, se ci sono le condizioni, e queste vanno verificate, si può dare una mano dal punto di vista economico. In futuro, poi, vorremmo riuscire ad offrire qualcosa di più. Il progetto è in via di sviluppo.

Lapadura parla con entusiasmo. Il progetto, che  mette in luce il suo impegno sociale, gli sta molto a cuore e ha ricevuto anche l’attenzione da parte del Comites di Madrid. Ed infatti, per la prima volte in sedici anni, l’organismo presieduto da Andrea Lazzari ha deciso di donare il denaro, che altrimenti sarebbe stato speso per il brindisi di fine anno. Durante la cerimonia dei “Premi all’Italianità”, è stato consegnato alla Società Italiana di Beneficenza e, come ha tenuto a precisare Lazzari, sarà destinato alle vittime di violenza di genere, violenza domestica e abuso sessuale, che possono sentirsi ancora più sole e più restie a palesarsi, spesso occultando i maltrattamenti subiti.

– Manteniamo ottimi rapporti con il Comites – ha commentato il diplomatico -. È composto da persone  impegnate ad aiutare la collettività residente in Spagna.

– Avete avuto già qualche richiesta di aiuto? Da quando avete iniziato, quante sono state le persone che hanno chiesto assistenza?

– No, non siamo ancora stati contattati da nessuno – ci ha detto -. Posso comunque affermare che il fenomeno esiste. La polizia, quando l’abbiamo incontrata, ci ha informati di episodi di violenza famigliare o di genere le cui vittime sono state connazionali che vivono in Spagna. È importante far sapere che, in queste circostanze, la Cancelleria Consolare può aiutare. Il proposito è di far emergere queste situazioni, pur senza renderle pubbliche. In altre circoscrizioni consolari, sempre in Spagna, siamo venuti a conoscenza di alcuni episodi di questo tipo. Si sono verificati soprattutto nelle Canarie. Grazie al viceconsolato, abbiamo potuto fornire assistenza. Questo, per il momento, è un progetto pilota. L’idea è quella di sviluppare una struttura che, come avvenuto alle Canarie, possa offrire un tipo di assistenza come quella che ho descritto.

– La privacy in questo caso viene rispettata? Se una donna chiede assistenza può essere sicura che non sarà resa pubblica nessuna informazione?

Ha tranquillizzato immediatamente:

– Il nostro lavoro si svolge tutto dietro le quinte… Non c’è nessun rischio. Assicuriamo la massima riservatezza. D’altronde ci siamo abituati. La privacy è la base del nostro lavoro ed è anche una delle nostre regole fondamentali…

– Nell’ambito di violenza di genere, rientra il conflitto familiare per la custodia dei bambini, in caso di separazione?

– C’è da distinguere… – ha precisato -. La violenza può assumere tantissime forme. Può essere diretta ai minorenni, o alle persone anziane… può essere una violenza sessuale… Noi – ha proseguito – non abbiamo alcun potere repressivo. Cerchiamo di aiutare la vittima ad uscire fuori da una situazione di particolare difficoltà. Per quello che riguarda le situazioni più complesse, come quelle che riguardano minori, di norma il ministero degli Esteri non ha particolare competenza. Interviene solo se ci sono dei profili internazionali. Per esempio, qualora il minore fosse sottratto e portato all’estero quando la sua residenza è altrove. C’è un ufficio competente, specifico, all’interno della Direzione degli Italiani all’Estero che si occupa di questi aspetti.

– La polizia spagnola, vi ha fornito alcuni dati statistici? Si ha nozione di quante possano essere le connazionali vittime di violenza di genere?

– Qualcosa ci è stato accennato, ma non ci è stato dato nulla per iscritto – ha spiegato -. Il problema, comunque – ha ammesso -, esiste

Over ‘75

La nostra comunità in Spagna cresce giorno dopo giorno. Sono tanti i giovani che decidono di emigrarvi, stanchi di rincorrere il sogno di un futuro migliore in Italia. Non è un luogo comune. È una realtà fotografata sia dall’Istat, sia dall’Ine. Anche se in minor proporzione, sono anche tanti i pensionati che scelgono la Spagna per trascorrervi il resto della loro vita. Il clima mite e la qualità di vita sono incentivi sufficienti. È per questo che, quando il Consigliere Lapadura ci parla di “un canale esclusivo” dedicato agli Over 75, ci è venuto spontaneo chiedere se fosse possibile abbassare l’asticella agli Over 70.

– È un progetto pilota che non ha risorse aggiuntive –  ha puntualizzato -. È ancora in fase sperimentale. Deve essere un progetto sostenibile nel tempo.

Spiega che, contrariamente a quanto si possa pensare, gli Over 75 sono diverse migliaia.

– Diverse migliaia in comparazione con i quasi 300mila residenti nel Paese…

– Certo, ma – ha insistito – ciò non toglie che sia un numero significativo. Il problema alla base è che una persona avanti con gli anni, che non è cresciuta nel mondo dell’informatica,  soffre di un “gap” rispetto alle generazioni successive. Seguire procedure attraverso sistemi informatici può rappresentare un problema. Ci troviamo spesso con persone che hanno bisogno di una mano per orientarsi, per capire come iniziare.

Dopo aver affermato che quella intrapresa dalla Cancelleria Consolare di Madrid è una iniziativa molto semplice, ha spiegato:

– Abbiamo messo a disposizione degli over 75 una e-mail specifica. Sì, certo, è richiesto almeno di saper scrivere una e-mail. Chi ha difficoltà, può chiedere aiuto a un parente o a un amico. L’importante è attivare questo canale speciale di comunicazione con la Cancelleria Consolare. Possono scrivere, indicarci qual è il loro problema o qual è la pratica che vogliono avviare. Noi li orientiamo, indirizzandoli all’ufficio giusto.

Si è mostrato molto soddisfatto. E ha assicurato che “il progetto, messo in piedi da alcuni mesi, sta funzionando abbastanza bene”. Ha commentato:

– Abbiamo già assistito alcune decine di connazionali Over 75 e risolto con tempestività alcune situazioni. È una piccola cosa, che però sta dando risultati.

Ha precisato che ‘’un’attenzione speciale rivolta agli over 75 già esisteva”. Ma, ha sottolineato, “la persona anziana doveva indovinare a chi rivolgersi; quale era lo sportello di competenza”.

– Abbiamo creato una specie di “hub”, un punto di riferimento – ci ha detto -. Cerchiamo di accompagnare il connazionale, aiutarlo a risolvere i problemi. Iniziative simili, adesso, sono state prese anche altrove. Sull’età… vediamo se riusciamo ad abbassarla.

I Connazionali meno fortunati

Quando si parla delle nostre comunità in Europa, e in particolare in Spagna, si è portati a pensare che, bene o male, tutti abbiano raggiunto una tranquillità economica o, comunque, siano in via di raggiungerla. Purtroppo, non è così. Anche se la Spagna, come d’altronde tutti i Paesi dell’Europa, rivolge un’attenzione particolare ai cittadini in difficoltà e offre assistenza a chi ne dovesse aver bisogno, sono tanti i connazionali che si rivolgono alla Società Italiana di Beneficenza e alla rete consolare. Quanti sono? Come aiuta la Cancelleria Consolare i cittadini meno agiati?

Il consigliere Marco Lapadura

– Non ho numeri in questo momento – ha ammesso Lapadura -. Dare assistenza ai connazionali meno fortunati è un aspetto del nostro lavoro. Diamo piccoli contributi; aiuti occasionali  a chi dimostra di averne realmente bisogno e di non poter contare sull’assistenza famigliare. Questa, com’è noto, è un dovere contemplato dalla normativa italiana. Sottolineo: sono aiuti occasionali, non possono essere ripetuti nel tempo.

Ha commentato che è stata attivata una e-mail, [email protected],   dedicata a situazioni di pericolo. Tra queste, anche quella di necessità.

– Lo stato di pericolo va ben oltre– ha spiegato -. Le persone possono essere in pericolo fisico, possono aver subito un incidente o, appunto, essere in pericolo perché in stato d’indigenza. Uno dei problemi fondamentali da risolvere – ha ammesso – è la comunicazione tra l’utenza e gli uffici consolari. Abbiamo attivato questo canale che riguarda l’emergenza comune. Prima, si chiedeva ai connazionali di presentarsi in Cancelleria Consolare negli orari d’ufficio. Ma non sempre è possibile, soprattutto se si è in uno stato di emergenza. Abbiamo voluto affrontare e dare visibilità a questa problematica con una e-mail specifica. C’è anche un numero di emergenza. È attivo tutti i giorni fino alle 22.00, anche durante il fine settimana. Il connazionale lo deve utilizzare solo ed esclusivamente per casi di estrema emergenza.

– Questo numero funziona fino alle dieci. Quando torna ad essere attivo?

– Il numero diviene di nuovo attivo il giorno seguente, alla chiusura degli uffici consolari e durante i fine settimana

– E se dovesse esserci un’emergenza notturna?

– C’è il numero del Ministero degli Esteri– ha affermato -. È  tutto molto ben organizzato. È spiegato nel nostro sito web.

I connazionali in carcere

Purtroppo, sempre ce ne sono. In alcuni paesi più che in altri. Lapadura ha riferito alla “Voce” che i detenuti nella sola circoscrizione consolare di Madrid sono circa un centinaio.

– Almeno quelli di nostra conoscenza –  ha sottolineato -.   Ci tengo a dire che, anche grazie allo staff della Cancelleria Consolare che è molto cooperativo e sensibile alla realtà dei connazionali che scontano una pena nelle carceri spagnole, stiamo cercando di far loro visita quanto più volte possibile. Ci mettiamo a loro disposizione. Il connazionale, comunque, potrebbe non voler palesarsi. Non è obbligato. Neanche le autorità spagnole sono obbligate a comunicarci quando un connazionale è detenuto. Lo fa se il connazionale lo richiede.

L’interno di una carcere spagnola

– La tendenza qual è?

– Difficile dirlo – ha spiegato -. Ci sono casi che non conosciamo. Comunque, la maggioranza alla fine viene fuori. Quando andiamo a far visita al detenuto, gli consegniamo beni di conforto. Cerchiamo di facilitare loro i contatti con la famiglia. Abbiamo un ottimo rapporto con le autorità spagnole. Sono estremamente cooperative, Ci tengo a sottolinearlo.

– Cosa vi chiede il detenuto? C’è chi preferirebbe scontare la pena in Italia?

– Può capitare – ha affermato -. Va detto che noi non possiamo sostituire il lavoro di un legale. Possiamo consigliare, se non si ha un legale di fiducia, una lista di avvocati.

– Durante le vostre visite, vi sono stati detenuti che hanno denunciato violenze subite?

-No, almeno a me non è capitato.

Rapporto Comunità-Cancelleria Consolare

Tante volte non si tratta di più o meno impegno, spirito di servizio o di efficienza. Ma semplicemente di informazione: far conoscere cosa si è fatto e cosa si sta facendo. Come ha affermato più volte il Comites di Madrid e continua a sottolineare il Consigliere del Cgie, Pietro Mariani, è necessaria una comunicazione più fluida tra comunità e autorità consolari

– Abbiamo sempre sostenuto la necessità che, attraverso tutti i canali disponibili, la rete consolare stabilisca un dialogo con l’utenza. Per esempio, è importante, anche se non è un obbligo, far conoscere quanti passaporti si emettono, quante carte d’identità di rilasciano, quante pratiche famigliari, di studio ed altro si eseguono. È un esercizio di trasparenza diventato una prassi in alcuni Consolati come ad esempio quello di Caracas.  Sicuramente eviterebbe critiche ingiuste nei vostri confronti.

– Anche qui – ci ha detto Lapadura -, è necessario fare un mezzo passo indietro, altrimenti non si riesce a capire il vero problema della comunicazione, o del dialogo, tra l’utenza e i funzionari degli uffici consolari. Qual è il problema fondamentale? I numeri: quelli dell’utenza  e quelli dei funzionari che lavorano ai servizi consolari.

È vero. A fronte dei 260mila potenziali utenti, in costante crescita come indicano le statistiche dell’Ine, c’è un’esigua squadra di funzionari, il cui numero si mantiene costante nel tempo.

– È un problema presente in tutte le pubbliche amministrazioni – ha precisato -. Ciò ci obbliga a “inventarci” qualcosa. L’informatica, da questo punto di vista, ci ha aiutato. È inevitabile che la comunicazione debba basarsi sulle e-mail. In Cancelleria Consolare, ma anche negli altri uffici, abbiamo “e-mail dedicate” per ogni settore.

Invita quindi l’utenza a navigare attentamente nel sito web della Cancelleria Consolare dove, assicura, “ci sono tutte le risposte”.

– Sono descritte minuziosamente tutte le pratiche – ha commentato -. Per esempio, cosa fare per ottenere un passaporto o una carta d’identità. Tutto, tutto è descritto nei minimi particolari. In questi mesi abbiamo lavorato moltissimo sulla chiarezza del messaggio e sulla sintesi. Abbiamo evitato, per quanto possibile, il linguaggio burocratico e abbiamo schematizzato il messaggio. È un working-progress. Secondo me, abbiamo già raggiunto dei buoni risultati.

Lapadura si è soffermato anche sul lavoro svolto per attualizzare la scheda presente nel motore di ricerca “Google”.

– Quando si fa la ricerca su Google – ha spiegato -, sullo schermo del computer appare una piccola scheda. Questa non era aggiornata e non era sotto il nostro controllo. Sono riuscito, con la collaborazione di Google, ad avere il controllo di questa scheda. L’abbiamo aggiornata. È un altro canale di informazione, anche se più informale. Riceve migliaia di visite al mese. La correttezza delle informazioni è fondamentale per prevenire disagi.

Lapadura ha colto l’occasione per affrontare anche l’argomento del polemico “centralino a pagamento” al quale il connazionale poteva rivolgersi per ottenere informazioni sui servizi consolari. Un tema caldo, questo, più volte messo in evidenza, prima dal Comites presieduto da Pietro Mariani, e poi da quello presieduto da Andrea Lazzari. Se c’erano irregolarità, ora sono state sanate.

– Non esistono più linee telefoniche a pagamento – ci ha confermato Lapadura -. Gli uffici consolari in Spagna hanno una linea telefonica attiva alcune ore a settimana per orientare l’utenza. Di più, per ora, non si può fare. Nel sito web, si informa l’ora in cui si può chiamare gratuitamente l’ufficio consolare. Direi, quindi, che c’è grande attenzione  sulla correttezza e la semplicità del messaggio.

Ha commentato che il Comites è stato coinvolto nella semplificazione delle informazioni presenti nel sito web. Gli è stato chiesto, infatti, di navigarvi come un semplice utente e di confermare la semplicità delle istruzioni o di segnalarne la complessità.

Per concludere, assicura che, per far fronte all’incremento del numero di servizi richiesti dai connazionali l’intera rete consolare “è impegnata con professionalità, sensibilità e grande spirito di servizio”. E, ha insistito una volta ancora:

– Raccomando ai connazionali di consultate attentamente il nostro sito web e di non sentirsi persi. Lì c’è tutto. E, comunque, possono avere la certezza che le porte della Cancelleria Consolare sono sempre aperte.

Mauro Bafile

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