Editoriale, Votare pensando al futuro

 

La campagna elettorale è ufficialmente iniziata. Il 25 settembre, una volta chiusi i seggi, sapremo chi governerà in Italia. Sapremo quale sarà l’orientamento delle politiche nazionali e quale l’indirizzo che seguirà la diplomazia.
Gli italiani, noi tutti, ci apprestiamo ad eleggere un nuovo Governo in un momento particolarmente delicato e difficile, per l’Italia e per l’Unione Europea. Gli effetti residuali della pandemia sull’economia sono ancora presenti e sono incerte le conseguenze di una guerra voluta solo dalle ambizioni dell’autocrate russo che minaccia col ridurre, fino ad azzerarlo, l’approvvigionamento di gas all’Europa, con l’inverno alle porte. Ciò ci permette di affermare che queste elezioni hanno assunto una importanza eccezionale.

Sì, lo sottolineiamo, una importanza eccezionale.

L’Italia è a un bivio. E, con essa, lo sono anche il delicato equilibrio e il futuro dell’Unione Europea. In circostanze normali ci saremmo limitati ad invitare i connazionali a votare, a far uso di un diritto che tutti, e a maggior ragione per noi all’estero, dovrebbe essere un dovere. Gli italiani sparsi per il mondo sono quasi sei milioni. Rappresentano poco meno del 10 per cento degli italiani residenti in Italia. È giusto che, attraverso i propri rappresentanti in Parlamento, condizionino le politiche italiane o, almeno, sensibilizzino Roma sui propri problemi, che non sono pochi.

Difendiamo da sempre i valori del voto, della democrazia e della libertà. Lo abbiamo fatto in passato, quando in Venezuela la dittatura militare di Pérez Jiménez s’imponeva con la violenza, poi quando la primavera democratica trasformò il Paese in un’isola di libertà in mezzo ad un arcipelago di dittature militari, e quando poi libertà e democrazia sono state di nuovo soffocate da un governo populista e autoritario. Continuiamo a farlo ora che la diffusione del nostro Giornale ha ben altre dimensioni, grazie alle nuove tecnologie. Ora che le frontiere fisiche non sono più un ostacolo, abbiamo avviato la trasformazione del giornale da “quotidiano degli italiani in Venezuela” a quello degli “italiani nel mondo” e la nostra presenza in Europa è sempre maggiore.
La nostra “Voce” crede nei valori della democrazia, che ha sempre difeso; in quelli dell’Unione Europea, che con la pandemia ha messo al centro della propria politica la solidarietà; in quelli della famiglia, intesa non come unione tra uomini e donne ma come epicentro di affetto, rispetto, comprensione e amore tra due persone, siano esse dello stesso sesso o no. Crede nella solidarietà umana e nella ricchezza che rappresenta l’emigrazione. È contro ogni tipo di discriminazione. In particolare, è contro le discriminazioni di genere e l’omofobia.
La “Voce”, nel corso dei suoi oltre 70 anni, non ha mai dimenticato il passato. Ma non lo ricorda con nostalgia. Guarda ad esso per non ripetere gli errori commessi.
Ecco, oggi ai nostri lettori chiediamo di votare per un’Europa unita e più forte. Chiediamo di votare per una Italia che apprezzi l’emigrazione e la ritenga una ricchezza. Chiediamo di votare per un mondo multiculturale e multietnico. Chiediamo di votare pensando al futuro.
Mauro Bafile