NEW YORK. – Per aver criticato il “presentismo” nello studio della storia, il presidente dell’American Historical Society è finito nella bufera. James Sweet, professore all’Università del Wisconsin, è stato costretto a pubblicare sulla sua stessa rivista una lettera di scuse che alcuni colleghi hanno definito insufficiente e altri ingiustificata. Il tema di fondo è la storia: come si studia e come viene insegnata nelle università degli Stati Uniti.
Nella sua rubrica mensile su “Perspectives on History”, Sweet aveva argomentato che “troppi storici di questi tempi praticano una teoria che invita a guardare il passato attraverso le lenti del presente”. Il professore, che è bianco e che studia la diaspora africana, era poi passato a criticare, in questa chiave, progetti giornalistici come “1619”, l’iniziativa premio Pulitzer del New York Times che ha rivisitato la storia della schiavitù mettendola al centro di quella degli Stati Uniti, così come sentenze dei giudici conservatori della Corte Suprema Clarence Thomas e Samuel Alito che hanno invocato la storia per giustificare le strette a destra su armi e aborto.
“Si schiaccia la ricerca coi parametri di oggi usando razzismo, diseguaglianze, sessualità, genere, nazionalismo, capitalismo come filtri interpretativi, mentre la storia dovrebbe essere un’analisi delle idee dei popoli nel loro tempo”, aveva argomentato Sweet, secondo cui “se la storia sono solo le storie che confermano posizioni politiche contemporanee, qualsiasi politicante potrà pretendere di essere uno storico”.
E’ scoppiato un vespaio. Nell’arco di 24 ore il professore è stato bombardato di attacchi feroci e richieste di dimissioni. “Rimpiango profondamente di aver alienato i miei colleghi Neri. Mi scuso per il danno fatto ai colleghi storici, alla disciplina, all’associazione. Spero di redimermi con voi in futuro”, ha scritto nel mea culpa.
Non è bastato a fermare la controversia: la Aha ha temporaneamente bloccato l’accesso di estranei al suo profilo Twitter dopo che “troll” di estrema destra l’avevano presa di mira, tra questi Richard Spencer, un neonazista che auspica la ricostituzione dell’Unione Europea come impero della razza bianca. L’articolo di Sweet e i commenti saranno ora al centro della prossima riunione dei governatori della American Historical Association.
Il tema è complesso e a molte facce. Quello che era cominciato come un correttivo a una visione euro-centrica del passato, si è trasformato in uno sforzo militante di cancellare interi filoni, ad esempio gli studi classici, marginalizzandone altri, in particolare quelli su epoche antecedenti al Novecento.
Gli attacchi da sinistra hanno provocato da destra la promulgazione di leggi statali che vietano ‘tout court” di parlare a scuola di temi ispirati alla giustizia sociale contemporanea. Col risultato che, a forza di veti incrociati, gli spazi di di discussione al centro del sistema accademico Usa si stanno riducendo a vista d’occhio.
(di Alessandra Baldini/ANSA)