ROMA. – Scienziati e premi Nobel, imprenditori, alti dirigenti, politici, diplomatici, attivisti, ex ministri o rappresentanti dell’economia insieme ai responsabili di tutte le più importanti associazioni internazionali che si occupano di cultura, restauro, musei, cinema.
Il soft power del mondo torna a raccolta a Venezia, il 29 e 30 agosto, per la terza edizione del think tank internazionale fondato da Francesco Rutelli, e quest’anno il confronto è sulle grandi sfide del clima, della sostenibilità, del digitale, in un mondo messo a dura prova dalla guerra in Ucraina e dalla crisi energetica e ambientale.
“Nessun velleitario orizzonte, semmai un contributo al dialogo”, premette appassionato l’ex ministro della Cultura e vicepresidente del Consiglio, per anni sindaco della capitale, una vita spesa nell’impegno politico, oggi presidente dell’Anica, l’associazione degli industriali del cinema. “Ma quello che sta accadendo in questi mesi con la guerra, e con il ritorno in campo degli strumenti del cosiddetto hard power, rende paradossalmente ancora più importante un incontro di questo tipo”.
Ecco quindi che tra i nuovi adepti del club ispirato dal pensiero lanciato 15 anni fa dal politologo Joseph Nye jr negli Usa arriverà quest’anno in laguna l’imprenditrice Kiran Mazumdar Shaw, fondatrice della più grande azienda indiana di biotecnologie.
E insieme a lei ci saranno Rebeca Grynspan, segretario generale di Unctad (Conferenza delle nazioni unite sul commercio e lo sviluppo) e il diplomatico Lord Charles Powell, che fu capo di gabinetto di Margaret Thatcher, fianco a fianco con il direttore generale dell’Iccrom (centro mondiale per la conservazione e il restauro del monumenti) Webber Ndoro o con l’imprenditore del cinema Charles Rivkin, leader della Motion Picture Association Hollywood – Washington, solo per citare alcuni dei tantissimi nomi noti tra cui il climatologo italiano Antonio Navarra, presidente del centro europeo mediterraneo sui cambiamenti climatici, e Marzio Galeotti, presidente della Fondazione Eni, Enrico Mattei.
Una super squadra dalle “sensibilità plurali”, sottolinea Rutelli, con il principe di Giordania El Hassan Bin, ma anche l’ex premier neozelandese Helen Clark o il cinese Yuan Ding, vicepresidente e Dean della china Europe Businness School di Shangai, il Ceo di Generali Philippe Donnet. Certo “in questi 15 anni il mondo è molto cambiato”, riflette Rutelli, anche la teoria di un dialogo tra le nazioni e i popoli a sostegno dello sviluppo umano deve essere attualizzata, ma l’idea “di uno spazio in cui le persone si parlano e cercano di trovare soluzioni comuni, la visione di un multilateralismo efficace, oggi è più importante di prima”.
Articolato in tre sessioni, l’incontro veneziano, anticipa Rutelli, comincerà quindi proprio con il fare il punto sull’importanza oggi del soft power; una seconda tornata di confronti sarà dedicata al cambiamento climatico e all’analisi delle strategie europee Fit for 55 per la transizione climatica, la crisi energetica, le urgenze ambientali. Mentre la terza sessione sarà centrata sull’innovazione digitale nel mondo che cambia.
Realizzata con il sostegno di Bulgari e Generali in collaborazione con la Fondazione Cini, con il supporto del Comune di Venezia e dell’Università Ca ‘Foscari, la conferenza si svolgerà tra la Sala degli Arazzi della Fondazione Cini, sull’isola di San Giorgio, e l’Auditorium delle Procuratie Vecchie a San Marco, con interventi, tra gli altri, anche di ministri italiani e del commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni.
(di Silvia Lambertucci/ANSA)