A Loreto la preghiera laica di Muti per la pace

La piazza antistante la Basilica di Loreto.
La piazza antistante la Basilica di Loreto. (ANSA)

LORETO. – Riccardo Muti, alla guida della ‘sua’ Orchestra Giovanile Cherubini e di un ensemble di artisti italiani e ucraini (coristi, voci soliste, danzatori), ha chiuso a Loreto un pellegrinaggio ideale in musica nei luoghi mariani, partito lunedì da Lourdes e promosso da Le Vie dell’Amicizia, il progetto di Ravenna Festival che dal 1997 visita luoghi simbolo della storia antica e contemporanea: da Sarajevo a Beirut, da Ground Zero a Damasco, fino all’Emilia terremotata e, nel 2018, a Kiev.

Per l’occasione il maestro ha ricevuto dalle mani dell’ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk la fascia blu e la stella scintillante dell’appartenenza, quale membro straniero, dell’Accademia Nazionale delle Arti dell’Ucraina. Un onore “inaspettato” ha detto Muti, che non ha nascosto la sua emozione, ricordando il rapporto avviato tra anni fa con l’Opera di Kiev, durante un concerto che si tenne comunque, nonostante un violento nubifragio che aveva bagnato tutti gli spartiti.

Il coro dell’Opera ucraina, preparato da Bogdan Plish, ha cantato ieri sera insieme ai colleghi italiani del Coro Luigi Cherubini e Cremona Antiqua. Un’esperienza che dimostra “lo spirito di solidarietà e fraternità che nasce dalla musica” ha sottolineato Muti, citando una frase di Sant’Agostino, “cantare amantis est. Cantare, fare musica è per chi ama. Un amore con la A maiuscola in cui ci sono tutti i sentimenti di armonia, bellezza, pace che noi proclamiamo stasera in questo luogo santo. Ora diamo la parola alla musica”.

Di tema mariano i brani in programma, il Magnificat di Vivaldi con il soprano Arianna Vendittelli e il contralto Margherita Maria Sala, antichi canti tradizionali liturgici ucraini e brani di compositori classici moderni come Hanna Havrilec’ (una preghiera alla Beata Vergine intonata da Svitlana Semenyshyna e dalla bimba Milana Lomanova), e Myroslav Skoryk, con un melodia coreografata da Olena Filiepeva, un’Ave Maria della tradizione basca con la voce di Benat Achiary.

Poi il Concerto n. 1 per corno e orchestra in re maggiore K 412 di Mozart, con il cornista senza braccia che suona lo strumento con il piede sinistro Felix Klieser, e infine il drammatico Stabat Mater e l’inquietante Te Deum dai Quattro Pezzi Sacri di Verdi. Fino allo scioglimento finale della tensione con il commovente Ave verum corpus di Mozart (che fu lui stesso pellegrino a Loreto da adolescente), animato dalle voci bianche di Vocincanto sul sagrato della basilica della Santa Casa, con le porte spalancate e l’interno illuminato a mostrare lo ‘scrigno’ di marmo bianco che racchiude i resti di quella che secondo la tradizione è la casa di Maria a Nazareth, portata in volo dagli angeli alla fine del XIII secolo.

Non solo note di pace, ma quasi un preghiera laica, una richiesta di intercessione per tutti coloro che soffrono per la guerra, per ingiustizie e persecuzioni. “Speriamo – aveva detto l’arcivescovo delegato pontificio di Loreto Fabio dal Cin all’inizio della serata – di tornare presto ad accogliere alla Santa Casa pellegrini russi e pellegrini ucraini insieme”.

(di Alessandra Massi/ANSA)

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