Luna: nel 2026-2027 il modulo che parla italiano

Stazione orbitale intorno alla Luna.
Stazione orbitale intorno alla Luna. (ANSA)

ROMA.  – Alla fine del 2025 potremmo tornare a vedere di nuovo astronauti camminare sulla Luna, e fra di loro ci sarà anche la prima donna a lasciare la sua impronta, mentre fra il 2026 e il 2027 sul suolo lunare potrà nascere la prima costruzione: un modulo abitativo e dedicato alla ricerca progettato dall’Italia.

All’indomani dell’accordo bilaterale firmato da Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Nasa, è questo lo scenario presentato dai vertici delle due agenzie.

“Sarà un primo passo fondamentale”, che potrà anticipare l’intera architettura prevista dal programma Artemis, ha detto il presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia, che a Roma, presso l’Ambasciata degli Stati Uniti, ha incontrato l’amministratore capo della Nasa Bill Nelson. Insieme hanno parlato con i quattro astronauti della missione Crew 4: Samantha Cristoforetti dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e i suoi tre colleghi della Nasa Kjell Lindgren, Bob Hines e Jessica Watkins.

“Alla fine del 2025 prevediamo di avere la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna”, ha detto Nelson, che con la sua vice Pamela Melroy è in Italia in questi giorni per incontrare i vertici del governo e dell’Asi per discutere contributi bilaterali dell’Italia e dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ad Artemis, il programma di esplorazione lunare di Nasa, e alle missioni spaziali e di scienza della Terra.

Diventa così sempre più stretto il legame fra la Stati Uniti, Italia ed Europa nel campo spaziale, soprattutto dopo la rottura delle collaborazioni fra Europa e Russia, come ha rilevato Nelson. É un’intesa forte, che riguarda prima di tutto la Luna e poi Marte, con il supporto americano alla missione ExoMars, che l’Esa avrebbe dovuto lanciare con la Russia e per la quale è cessata la collaborazione in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte russa.

“Questo è un momento veramente importante per le relazioni spaziali fra Italia e Stati Uniti”, ha osservato Saccoccia. “L’Italia è uno dei Paesi tradizionalmente impegnati nella collaborazione con la Nasa per la realizzazione dei moduli logistici per la Stazione Spaziale Internazionale e con l’Esa siamo coinvolti anche in Gateway”, ha aggiunto riferendosi alla futura stazione spaziale nell’orbita lunare.

“Adesso gli Stati Uniti ci riconoscono un ruolo di leadership anche in questo settore”, ha aggiunto riferendosi all’accordo per la progettazione dei primi moduli abitativi per Luna, chiamati Lunar Surface Multi-Purpose Habitation (MPH). Un accordo che è “una grande opportunità per l’Italia e per la sua industria”, ha detto l’astronauta Paolo Nespoli a margine dell’evento.

“Indubbiamente l’Italia in passato ha sviluppato, molto velocemente e molto bene, la capacità di progettare e realizzare moduli abitativi”, ha aggiunto riferendosi ai moduli della Stazione Spaziale, oltre la metà dei quali sono realizzati dall’Italia. Proprio la realizzazione di questi moduli aveva aperto la via alla possibilità di far volare astronauti italiani sulla Stazione Spaziale, grazie a un accordo bilaterale Asi-Nasa.

Adesso la realizzazione dei moduli lunari potrebbe aprire agli astronauti italiani nuove opportunità per le missioni lunari? “Questo dipenderà molto da come sono impostati i contratti, mi aspetto per l’Italia – ha detto Nespoli – un ritorno a livello nazionale e in termini di investimenti”.

(di Enrica Battifoglia/ANSA).

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