BERLINO. – Produrre la maggior parte dell’elettricità a zero emissioni entro il 2035. Il G7 Energia e Ambiente, che si tenuto a Berlino, alza ancora l’asticella dell’ambizione climatica per i paesi ricchi.
La spinta a decarbonizzare l’economia, per fermare il riscaldamento globale, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina viene rafforzata dalla spinta a tagliare gli acquisti di idrocarburi dalla Russia.
Così, per dare una soluzione comune ai due problemi, i 7 Grandi fissano un obiettivo da far tremare: in 13 anni produrre quasi tutta la propria elettricità dalle rinnovabili.
Il Comunicato finale del vertice è un elenco di impegni e buone intenzioni. Quante si tradurranno in realtà, è tutto da vedere. Ma la direzione almeno è tracciata. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che ha rappresentato l’Italia, si dice soddisfatto: “Ne esce un comunicato buono, totalmente condiviso, che rappresenta un passo avanti rispetto al G20 dell’anno scorso, rispetto all’ultimo G7 e alla Cop 26”.
Vediamole allora queste novità, fissate nel documento finale. La più importante è “ottenere a un settore elettrico prevalentemente decarbonizzato al 2035”. Per arrivarci, il G7 di Berlino condivide la “lista della spesa” dell’Agenzia internazionale dell’energia: servono 1.300 miliardi di dollari di investimenti in fonti rinnovabili e reti elettriche adeguate, che potrebbero creare 2,6 milioni di posti di lavoro solo nelle sette economie principali.
La guerra in Ucraina per il G7 ha dimostrato una cosa: “Una transizione accelerata verso l’energia pulita è la chiave per migliorare sicurezza, stabilità e affidabilità delle forniture energetiche, riducendo i rischi climatici e di sicurezza nelle forniture associati alla dipendenza alle fonti fossili”.
A Berlino, i paesi ricchi hanno deciso di cessare entro quest’anno i finanziamenti pubblici a centrali a gas e carbone all’estero. Ma soprattutto, di eliminare tutti i sussidi “inefficienti” alle fonti fossili entro il 2025, dove per inefficienti si intende quelli che non sono diretti al sostegno dei ceti più deboli.
Fra gli altri impegni, ci sono l’obiettivo di decarbonizzare il trasporto su strada al 2030 e incrementare la mobilità sostenibile (mezzi pubblici, biciclette). Per i settori marittimo e aereo, i termini si spostano al 2050. Il G7 punta a costruire solo edifici a zero emissioni dal 2030, e a destinare ad area protetta per la stessa data il 30% del territorio globale e il 30% degli oceani.
Al G7 Energia sono stati siglati un Patto d’azione per l’idrogeno, per promuovere lo sviluppo di questo vettore di energia, fondamentale per la decarbonizzazione delle industrie, e la “Roadmap di Berlino”, un piano di lavoro per promuovere l’efficienza nello sfruttamento delle risorse e l’economia circolare. Poi si è cominciato a parlare di un “Club del Clima” fra i 7 Grandi, ma aperto anche ad altri paesi, per promuovere la lotta alla crisi climatica.
Il G7 è consapevole che occorre aiutare i Paesi più poveri a combattere la crisi climatica. In Germania si è impegnato a raddoppiare entro il 2025 i finanziamenti per sostenere i paesi in via di sviluppo nella decarbonizzazione. Ancora, i Grandi riconoscono che “la protezione dei diritti umani, dell’ambiente del clima sono inestricabilmente legate”.
Maria Grazia Midulla del Wwf Italia apprezza la decarbonizzazione al 2035, ma nota che “per l’Italia questo significa rivedere il Piano Integrato Energia e Clima, aumentando la quota di rinnovabili”. Per il think tank italiano Ecco sull’energia, “questo G7 getta le basi per la definizione di un’agenda di trasformazione profonda di tutti i settori dell’economia”. La decarbonizzazione del settore elettrico al 2035, aggiunge il centro studi, “è un nuovo grande impegno per l’Italia”.
(di Rosanna Pugliese e Stefano Secondino/ANSA).