Nessuna prova su chi tradì Anna Frank, editore si scusa

La copertina del libro "Chi ha tradito Anna Frank?"
La copertina del libro "Chi ha tradito Anna Frank?" della canadese Rosemary Sullivan

ROMA.  – Non ci sono sufficienti prove che la famiglia di Anna Frank, l’adolescente autrice del famoso diario, sia stata tradita da altri ebrei, come insinua un libro pubblicato in occasione del Giorno della memoria.

A dirlo è lo stesso editore del libro, che ha deciso di sospenderne le pubblicazioni con buona pace di chi aveva accolto con sospetto la tesi che, in qualche modo, la colpa dell’atto efferato fosse attribuita, e forse non a caso, ad un notaio ebreo.

L’editore olandese Ambo Anthos si è ufficialmente scusato per aver pubblicato il libro “The Betrayal of Anne Frank” (Il tradimento di Anna Frank) di Rosemary Sullivan, uscito poche settimane fa, in cui viene identificato il presunto traditore che svelò ai nazisti il nascondiglio della famiglia Frank in un notaio ebreo, membro del Consiglio ebraico di Asterdam, Arnold van den Bergh, morto di cancro nel 1950.

Le pubblicazioni del saggio “incriminato”, edito negli Stati Uniti da HarperCollins, saranno sospese dopo la pioggia di critiche che hanno investito le sue tesi che l’autrice vantava essere basate su un’inchiesta durata sei anni diretta dall’ex agente Fbi Vince Pankoke.  Van den Bergh, dietro minacce alla sua stessa vita e quella dei suoi familiari, avrebbe svelato ai nazisti che in un piccolo alloggio sopra un magazzino all’indirizzo di Prinsengracht 263, ad Amsterdam, si nascondevano i Frank, con Anna, deportata nel settembre 1944 ad Auschwitz e poi assassinata nel campo di sterminio di Bergen-Belsen nel febbraio 1945 all’età di 15 anni.

La tesi del team di investigatori che hanno fornito materiale alla Sullivan avrebbe poi, secondo loro, trovato riscontro in una lettera del padre di Anna, Otto Frank, unico sopravvissuto della famiglia ad Auschwitz-Birkenau, che in un’intervista del 1948 avrebbe detto: “Siamo stati traditi dagli ebrei”. “Sciocchezze calunniose”, secondo alcuni storici, come l’ olandese Bart van der Boom, mentre il collega Bart Wallett ha definito le tesi pubblicate nel volume “traballanti come un castello di carte”.

Anche il ricercatore olandese David Barnouw, che nei primi anni 2000 ha cercato di scoprire chi tradì Anna Frank, ha detto all’emittente NOS che i risultati pubblicati nel libro sono “pura speculazione”, accusando il team che punta il dito contro il notaio di Amsterdam di “errori storici e inesattezze”.

Pieter van Twisk, uno degli investigatori che ha contribuito a costruire l’accusa del libro della Sullivan, ha dichiarato che le affermazioni sono sufficientemente precise e di essere rimasto sorpreso dalla sospensione e dalle scuse dell’editore. Il quale, tuttavia, ha preferito evidentemente evitare ulteriori grane e possibili cause, offrendo le sue “sincere scuse a chiunque possa sentirsi offeso dal libro” e sospendendone le tirature.

(di Domitilla Conte/ANSA).

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