Ascoltare la voce della Collettività

Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del "Giorno del Ricordo"

Una posizione netta che rompe gli ormeggi. Per una volta, sono stati lasciati in cantina la falsa prudenza e il mantra che di politica è meglio non parlare, dietro i quali si celava la paura dei primi emigranti, per interpretare il desiderio della stragrande maggioranza della nostra Collettività. Ecco, questo, in stretta sintesi, il significato della lettera che le nostre istituzioni hanno inviato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In essa, si invoca una non invasiva “moral suasion”. Insomma, si chiede al capo dello Stato di intervenire con la sua autorità morale per instillare gocce di buon senso nel marmo duro del Governo Conte.

Nella lettera s’invita il presidente Mattarella ad intervenire affinché l’Italia assuma un atteggiamento coerente con i valori sanciti nella propria Costituzione e si schieri al lato della gran maggioranza del mondo democratico e dell’Unione Europea, di cui è membro fondatore. Si spiega che non basta considerare illegittima la rielezione del presidente Maduro, ma è anche necessario riconoscere la legittimità costituzionale di Juan Guaidó, proclamato dal Parlamento presidente “ad interim” e incaricato dallo stesso Parlamento di traghettare, in tempi necessariamente brevi, il paese verso elezioni libere, democratiche e trasparenti.

La Collettività e la stragrande maggioranza dei venezuelani non chiedono altro.

Invocare la tesi della “non ingerenza” nella politica interna di altri Paesi, quando poi ci si schiera al lato dei “gilet gialli” incontrando addirittura il loro leader in Francia e provocando un incidente diplomatico, non pare un atteggiamento coerente. La diplomazia, inoltre, non può richiamarsi a fatti accaduti in altri Paesi, in altri continenti, in circostanze assai diverse per giustificare le proprie azioni. Invocare, poi, lo spettro di una “guerra civile”, significa non conoscere la realtà odierna del Venezuela. Nel paese non vi sono fazioni armate contrapposte.

In Venezuela, c’è un Governo, sostenuto dalle Forze Armate, e un’ampia maggioranza di cittadini che chiede di esprimersi attraverso il voto, che esige un arbitro imparziale, che reclama la libertà dei prigionieri politici, il ritorno dei leader in esilio e che si consenta la partecipazione di tutti i partiti ad un processo elettorale trasparente.

Il governo italiano si nega a riconoscere Juan Guaidó presidente “ad interim”. Né con Maduro né con Guaidó, afferma.  Una decisione “salomonica” che viene giustificata avanzando la tesi dell’inaccettabile autoproclamazione. Ma Juan Guaidó, in realtà, è stato dichiarato presidente interino dall’unica istituzione emanata dalle urne e legittimamente riconosciuta: il Parlamento. Che sia il risultato di una elezione di secondo grado? E’ vero. Ma, è lecito chiedersi se il premier Conte e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, designati dal Parlamento, siano forse meno legittimi dei presidenti Trump o Macron votati direttamente dal popolo.

Anche la tesi della tutela degli interessi della nostra Collettivitá è, oggi, discutibile. Estendere nel tempo l’attuale realtà del Paese vuol dire prolungare la sofferenza della popolazione, e quindi anche dei connazionali. In Venezuela mancano alimenti o medicine e, quando si trovano, l’iperinflazione rende i prezzi inaccessibili. L’interesse verso gli italiani in Venezuela dovrebbe manifestarsi attraverso politiche volte a restituire ai venezuelani il diritto di decidere al più presto sul proprio futuro, ad aumentare realmente e non a parole il numero dei funzionari presso Ambasciata e Consolato, ad approvare provvedimenti per facilitare il rientro in Italia dei connazionali e dei loro figli e ad aiutare l’inserimento, specialmente di quest’ultimi, nel mondo del lavoro.

E’ ciò che chiede la nostra Collettività. Per questo, ha rotto ogni indugio e ha deciso di coinvolgere il presidente Mattarella chiedendogli di intervenire; di sensibilizzare il Governo sulla necessità di affiancare la posizione assunta dalle nazioni democratiche dell’Unione Europea. Il Venezuela, oggi, ha bisogno di elezioni trasparenti, di poteri pubblici indipendenti, dell’alternanza al potere delle forze democratiche, tutte, anche quelle emanate dal chavismo che rispetta le regole costituzionali e che è ormai indispensabile per garantire un equilibrio nella dialettica politica.

Mauro Bafile

 

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