Restituita lettera di Colombo da 1,2 milioni di dollari

Il manoscritto della lettera di Colombo
Ha un valore da 1,2 milioni di dollari ed era stata rubata dalla Biblioteca e poi recuperata da autorità Usa

CITTA’ DEL VATICANO. – Al mondo ce ne sono ormai pochissimi esemplari, forse qualche decina. E’ una delle copie originali della lettera tradotta in latino che Cristoforo Colombo scrisse nel 1493 di ritorno dal suo primo viaggio in America, al re Ferdinando di Spagna. Un testo in cui vi magnificava quelle terre e popolazioni che credeva fossero ancora le estremità delle Indie e, a caccia di nuovi finanziamenti per altre spedizioni verso le Americhe, vi prefigurava l’esistenza di grandi quantità d’oro e pietre preziose.

Il prestigioso reperto è stato trafugato dalla Biblioteca vaticana presumibilmente negli anni ’20 e solo adesso è tornato a casa, con una riconsegna formale che ha segnato il passaggio dell’incunabolo dalle mani delle autorità americane, che hanno ritrovato la vera lettera di Colombo ad Atlanta nel 2011 presso un privato, e la Biblioteca vaticana che torna così in possesso dell’originale acquisito nel 1921 come parte della “Collezione De Rossi” di libri e manoscritti.

Se il caso internazionale sorto attorno alla lettera si è così dunque risolto, la storia del furto resta ancora in gran parte misteriosa. “E’ possibile – ha ipotizzato mons. Cesare Pasini, prefetto della Biblioteca vaticana – che il furto sia avvenuto in coincidenza con l’uscita della lettera per una legatura, operazione che di norma veniva fatta all’esterno del Vaticano. Chi poi l’ha riconsegnata ha messo al suo posto un falso sottraendo quella vera”.

Qui le tracce del documento autentico si perdono fino a quando nel 2011 uno studioso americano si accorge della non autenticità del documento custodito alla Biblioteca del Papa. Parte quindi la soffiata al Dipartimento delle Indagini di sicurezza nazionale americano che si mette sulle tracce del reperto rinvenendolo ad Atlanta presso un tale Robert Parsons che lo aveva acquistato nel 2004 da un antiquario di New York per un valore di 875mila dollari, ignaro del fatto che fosse stato prelevato dal Vaticano.

Nel frattempo Parsons muore ma le autorità americane, dopo una consulenza altamente specifica in cui si sono avvalsi di studiosi di Princeton, riescono a portare alla vedova Mary le prove della contraffazione, tanto che la donna, che in occasione della riconsegna ha scritto una missiva a Papa Francesco, acconsente a rinunciare a tutti i diritti sul testo agevolando la riconsegna al Vaticano.

Il valore attuale del testo di 8 pagine presente in una seconda copia nello stesso Vaticano mentre un’altra si trova a Firenze anch’essa riconsegnata dagli americani dopo essere stata rubata, è di 1,2 milioni di dollari. Il testo tornerà ora al suo posto nella Biblioteca e il grande pubblico potrà consultarlo solo fra 20-40 anni quando sarà completata la grande opera di digitalizzazione degli incunaboli custoditi in Vaticano (circa 9mila).

L’archivista mons. Jean-Louis Brugues, prendendo in consegna la copia, ha parlato di “giornata storica” mentre l’ambasciatrice Usa Callista Gingrich ha voluto sottolineare con l’occasione i “forti legami” che intercorrono tra Stati Uniti e Vaticano. Entrambi hanno quindi elogiato la signora Parsons, che senza battere ciglio si è resa disponibile all’importante restituzione.

(di Nina Fabrizio/ANSA)

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