Legge Elettorale, beffa alla Collettività

Una beffa alla Collettività. Attraverso un piccolo ritocco apparentemente innocuo, considerato di carattere tecnico, si permette di rientrare dalla finestra quello che era uscito dalla porta. E cioè, con la nuova Legge Elettorale, battezzata Rosatellum 2.0, esiste la possibilità di candidare nella circoscrizione Estero anche cittadini residenti in Italia. Un senso di smarrimento, soprattutto di rabbia per una normativa che umilia. E’ la reazione che accompagna la consapevolezza che si è alle porte dell’approvazione di una normativa confezionata pensando a interessi estranei alle nostre Comunità.
La Legge Elettorale, quella che dovrà discutere il Senato della Repubblica, rappresenta l’ennesima beffa per le nostre comunità all’estero. Come afferma il Senatore Claudio Micheloni, “significa contraddire radicalmente la logica, le finalità e il significato della legge sul voto degli italiani all’estero”. Introduce un’odiosa discriminazione tra chi vive in Italia e chi, invece, è residente all’estero. Infatti, i cittadini che vivono e lavorano in Italia avranno la facoltà di presentarsi candidati in una delle circoscrizioni Estero. Il buon senso indicherebbe l’esistenza del principio di reciprocità. E invece no. Agli italiani che vivono e lavorano all’estero è negata la possibilità di candidarsi in una circoscrizione in Italia. Un’autostrada a senso unico, quindi, che rispolvera vecchie aspirazioni della “politica” e mette per iscritto un’odiosa discriminazione. Mostra quanta poca considerazione hanno alcuni politici delle nostre Collettività.
Dopo anni di battaglie, è trascorso più di un decennio da quando grazie soprattutto alla caparbietà dell’On. Mirko Tremaglia, è stata approvata la Legge che istituiva il voto all’estero. Da allora, tentativi di aggirare lo spirito fondamentale della legge ne sono stati fatti molti. Alcuni, sono rientrati, altri hanno obbligato all’apertura d’inchieste. Altri ancora, come afferma l’On. Micheloni, sono terminati “avvolti nel silenzio compiacente di quanti si curano esclusivamente dei propri interessi di ceto”.
La Legge, che il Senato dovrà analizzare e approvare con le modifiche che riterrà opportune, pare essere stata redatta dalle Segreterie dei partiti, che fino a ieri si sono sottratte al giudizio popolare diretto e trasparente. E oggi tentano la scalata alla circoscrizione Estero, uno stratagemma per candidare quei politici della Madrepatria che, altrimenti, non troverebbero altra collocazione. In futuro, a rappresentarci in Parlamento, potrebbero esserci deputati o Senatori che si sono recati oltre frontiera solo in vacanza. Deputati e Senatori che conoscono l’estero solo per avervi trascorso una villeggiatura di pochi giorni in qualche località di mare o di montagna. Insomma, politici che non conoscono l’Italia fuori l’Italia, e che difficilmente potranno capire le nostre aspirazioni e le nostre esigenze.
E’ una manovra meschina, e le nostre comunità dovrebbero insorgere indignate. Chi tace acconsente. Ci si chiede se i nostri rappresentanti troveranno il coraggio e la dignità di esprimersi con forza come hanno già fatto i senatori Claudio Micheloni e Aldo Di Biagio, l’onorevole Marco Fedi e il Segretario generale del CGIE, Michele Schiavone. Se lo faranno soprattutto in questo momento in cui si barattano candidature e si mendica il sostegno di qualche partito. Ma è una responsabilità anche del nostro associazionismo. Non ci si può nascondere dietro l’ipocrita affermazione secondo cui “non è nostra incombenza, le nostre associazioni, le nostre Case d’Italia sono un’altra cosa”.
Mauro Bafile

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