ROMA. – Dopo la pandemia, tornare in presenza negli uffici pubblici non sarà così immediato. La nuova normalità sarà al centro del confronto tra sindacati e governo, attraverso l’Aran, che riprende giovedì sul rinnovo del contratto degli statali, e che in particolare definirà i paletti sullo smart working.
Tra l’obiettivo del ministro Brunetta di lasciare solo il 15% dei lavoratori della Pa da remoto e le richieste dei sindacati sul diritto alla disconnessione e indennità varie, per pagare wifi, corrente elettrica e buoni pasto, la partita si giocherà sulle nuove regole del lavoro agile.
In ogni caso i sindacati voglio tenere separato l’obbligo vaccinare dalla questione del lavoro agile. “Quelle che sono le scelte del governo rispetto all’obbligo di vaccinazione – sostiene Sandro Colombi, segretario generale Uilpa – sono scollegate dal contratto”.
Nella bozza delle proposte dei sindacati, si definisce l’attività lavorativa da remoto (telelavoro, smart working, co-working, lavoro agile con e senza vincoli di tempo) e vengono indicate le fasce orarie in cui il lavoratore esercita il diritto alla disconnessione, in cui è contattabile e in cui è operativo, i risultati individuali attesi, la strumentazione fornita.
“Quello che è stato fatto nel governo precedente era emergenziale, – spiega il sindacalista – se si è tenuto durante la pandemia, tutti lo hanno riconosciuto, è grazie ai dipendenti pubblici”.
Ogni singola amministrazione ha le sue esigenze sulla percentuale dei lavoratori in presenza e da remoto, dicono i sindacati sul tetto del 15% indicato da Brunetta, di sicuro “serve una seria regolamentazione del lavora agile, perché quello svolto nel periodo pandemico era senza regole, con lavoratori collegati per 12 ore con i propri mezzi”.
Le figure che avranno un accesso prioritario al lavoro da remoto, saranno, ad esempio, genitori di bambini sotto i 3 anni, portatori di handicap, lavoratori con esigenze di assistenza o condizioni particolari di salute.
Oltre agli aumenti già stabiliti per il rinnovo del contratto, saranno definite le varie forme di lavoro agile, che potrà essere parte in presenza e parte da remoto, in un luogo scelto dal lavoratori, ma non dall’estero, i controlli da parte del dirigente, gli obblighi di risultati e la misurazioni degli stessi.
Su lavoro straordinario, utenze, wifi, buoni pasto, legati alla nuova strutturazione del lavoro agile, saranno definite le compensazioni economiche.
“L’Aran – afferma Naddeo – è chiamata a regolare gli istituti normativi, partendo dalla definizione giuridica della tipologia del lavoro svolto, del lavoro agile, dello Smart working, del telelavoro, e gli istituti connessi, le ferie, i permessi, la malattia, fino ad arrivare per la parte económica alla previsione di alcune indennità che possono regolare questo tipo di lavoro che può essere anche mista con il lavoro in presenza”.