MADRID. – Con l’avvicinarsi della presentazione della manovra di bilancio 2025, le indiscrezioni sulle possibili modifiche al sistema pensionistico italiano si fanno sempre più insistenti. Il governo Meloni è al lavoro per definire le misure che saranno incluse nella nuova legge di bilancio, con particolare attenzione alla riforma delle pensioni.
Una delle principali novità potrebbe essere l’introduzione di Quota 41 al posto di Quota 103. Questa misura permetterebbe di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Tuttavia la proposta è oggetto di dibattito all’interno della maggioranza, poiché comporterebbe un costo significativo per le casse dello Stato, stimato in almeno un miliardo di euro all’anno.
Sembra confermata la proroga dell’Ape Sociale, che consente il pensionamento anticipato a 63 anni per i lavoratori in condizioni di svantaggio, come disoccupati, caregiver e persone con invalidità. Anche Opzione Donna, che permette alle donne di andare in pensione anticipata con 35 anni di contributi, dovrebbe essere rinnovata, nonostante il calo delle richieste registrato nel primo trimestre del 2024.
Un’altra ipotesi in discussione riguarda una possibile stretta sulle pensioni anticipate. Si valuta di allungare le finestre di uscita, portando i requisiti a 43 anni e 5 mesi per gli uomini e 42 anni e 5 mesi per le donne. Questa proposta ha già incontrato l’opposizione della Lega, che preferirebbe puntare su Quota 41.
Nel frattempo però attaccano le opposizioni: secondo Raffaella Paita, coordinatrice di Italia Viva “altro che eliminare la vecchia legge, le uscite anticipate saranno ritardate. Un altro dei cavalli di battaglia delle Lega in campagna elettorale” ovvero il superamento della legge Fornero, “viene smentito dai fatti. Con la prossima legge di bilancio il castello di carte delle promesse del governo verrà giù e, messi da parte i complottismi estivi, la maggioranza dovrà fare i conti con la realtà”.