Venezuela, la Corte Suprema conferma la rielezione del presidente Nicolás Maduro

Corte Suprema, la lettura della sentenza


La sentenza arriva 22 giorni dopo un processo elettorale considerato dagli esperti del “Centro Carter” e dell’Onu viziato dalle origini


CARACAS – Respinta la denuncia di frode avanzata dall’opposizione. La Corte Suprema, controllata del “chavismo”, ha confermato la rielezione, per un terzo periodo presidenziale, di Nicolás Maduro. La decisione, ha precisato la Corte Suprema, si basa sui risultati della perizia del materiale elettorale consegnato dal  Consiglio Nazionale Elettorale.

“La perizia – ha affermato la presidente della Corte Suprema, la ‘chavista’ Caryslia Rodríguez,  davanti alle alte cariche dello Stato e al corpo diplomatico accreditato nel Paese – ha determinato la piena coincidenza con i verbali dello scrutinio”.

La sentenza, che arriva 22 giorni dopo un processo elettorale considerato dagli esperti del “Centro Carter” e dell’Onu viziato dalle origini, si dava per scontata e non offre sorprese.

Caryslia Rodríguez, presidente della Corte Suprema, ha spiegato che la decisione dell’organismo che presiede si basa sul rapporto preparato da esperti nazionali e internazionali “altamente qualificati e idonei”; esperti a tutti sconosciuti poiché nessuno ha reso noto la loro identità. Neanche è stato spiegato quali procedimenti la Corte Suprema abbia seguito per determinare l’assenza di brogli elettorali. La convalida dei risultati è avvenuta senza la presenza dei rappresentanti dell’Opposizione di maggioranza, quella guidata dal candidato Edmundo González Urrutia e dalla leader Maria Corina Machado.

La sentenza della Corte Suprema, letta dalla sua presidente Caryslia Rodríguez, conferma il “massiccio attacco informatico contro il sistema elettorale”. La Corte Suprema, quindi, esorta il Consiglio Nazionale Elettorale a pubblicare, entro 30 giorni, i risultati definitivi nella Gazzetta Elettorale. Ordina, poi, l’invio di ogni informazione alla Procura affinché questa possa avanzare nelle indagini sulla pubblicazione dei verbali, “presumibilmente falsi”, sul sito “resultadosconvzla.com” e determinare le responsabilità.

Sempre nella Sentenza letta da Rodríguez si prende atto del “franco disprezzo” manifestato dal candidato dell’Opposizione, González Urrutia, che, si afferma, non ha risposto alla convocazione e non ha consegnato la documentazione in suo possesso.

Nella sentenza si accusa inoltre Juan Carlos Delpino, membro del CNE, di non essersi recato alla Corte Suprema, come richiestogli, e di non aver giustificato la sua assenza.

Prima che la Corte Suprema emettesse il suo verdetto, Edmundo González Urrutia,  il candidato della coalizione di opposizione, attraverso le reti sociali avvertiva che la decisione, che tutti davano per scontata, non avrebbe fatto altro  “che aggravare la crisi” che il paese sta vivendo.

“Signori del TSJ: nessuna sentenza sostituirà la sovranità popolare – ha scritto González Urrutia su X -. Il paese e il mondo conoscono la vostra parzialità. Quindi, la vostra incapacità di risolvere il conflitto. La vostra decisione non farà che aggravare la crisi”.

La “Plataforma Unitaria Democratica” continua a sostenere che González Urrutia ha vinto le elezioni presidenziali. E che lo ha fatto con un ampio margine.

Come si ricorderà, il CNE ha proclamato il presidente Maduro vincitore della contesa elettorale, senza aver pubblicato i risultati disaggregati, requisito contemplato dalla Legge Elettorale venezuelana. Neanche la Corte Suprema ha reso noto i verbali delle elezioni.

Redazione Caracas

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