Papa Francesco: “Astenersi da reazioni violente, si dialoghi per la pace”

Papa Francesco durante l'udienza generale. (Foto Vatican news)

MADRID. – La ricerca necessaria della pace nei tanti luoghi di conflitto in giro per il Mondo è ancora al centro della riflessione di Papa Francesco che accompagna l’Angelus: “Continuiamo a pregare – ha detto il Pontefice – perché strade di pace si possano aprire in Medio Oriente come pure nella martoriata Ucraina, in Myanmar e in ogni zona di guerra, con l’impegno del dialogo e del negoziato e astenendosi da azioni e reazioni violente”.

L’occasione della proclamazione di quattro nuovi beati in Congo- tre sacerdoti saveriani italiani e uno congolese uccisi nel 1964 – è poi l’occasione per chiedere che anche nello stato africano si possano “favorire percorsi di riconciliazione e di pace”. Gesù che si fa carne è invece il tema della riflessione religiosa.

Il grande mistero dell’Eucaristia come segno tangibile della vicinanza di Cristo: “Anche noi oggi – spiega Papa Francesco – ci poniamo la domanda su come possa Gesù darci da mangiare la sua carne. Ce la poniamo con meraviglia e con gratitudine”.

L’occasione è quindi lo spunto per riflettere su questi due concetti: “Gesù sempre ci sorprende, sempre- dice il Pontefice – Il pane dal cielo è un dono che eccede ogni aspettativa. Chi non coglie lo stile di Gesù resta sospettoso: sembra impossibile, addirittura disumano mangiare la carne di un altro. Carne e sangue, invece, sono l’umanità del Salvatore, la sua stessa vita offerta come nutrimento per la nostra”.

Ecco dunque la meraviglia, che fa il paio con la gratitudine. “Chi mangia la mia carne rimane in me e io in lui”, dice Francesco ricordando le parole di Gesù: “Dunque riconosciamo Gesù lì dove si fa presente per noi e con noi. Si fa pane per noi”.

Il pane terreno, ricorda, non è sufficiente per vivere e dunque “Lui stesso si fa vero cibo e vera bevanda”, dice. “Gesù – spiega il Santo Padre – si prende cura del bisogno più grande: ci salva, nutrendo la nostra vita con la sua, e questo per sempre. E grazie a Lui possiamo vivere in comunione con Dio e tra noi. Il pane vivo e vero non è dunque un qualcosa di magico, non è una cosa che risolve di colpo tutti i problemi, ma è lo stesso Corpo di Cristo, che dà speranza ai poveri e vince l’arroganza di chi si abbuffa a loro danno”.

L’invito finale poi è quello a chiedersi quanto e se ciascuno di noi ha fame e sete “di salvezza” e se ci stupiamo davanti al “miracolo della misericordia” rappresentato dall’Eucaristia.

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