Ucraina, Kiev ha conquistato in 10 giorni quanto Russia in 8 mesi

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MADRID. – Dallo scorso 6 agosto, giorno che verrà ricordato come quello in cui è scattata “l’offensiva su Kursk” dell’esercito ucraino, le forze di Kiev affermano di aver preso il controllo di 82 località e 1.150 chilometri quadrati. In pratica, in appena dieci giorni, l’Ucraina avrebbe occupato la stessa quantità di territorio nemico di quello che i russi sono stati in grado d’invadere dall’inizio di quest’anno, ovvero in circa 240 giorni.

A rendere noti gli aggiornamenti su questa offensiva di dimensioni senza precedenti sul suolo russo, sono stati ieri lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky (il quale ha dichiarato che è stato preso il controllo completo della città russa di Sudja) nonché il comandante in capo dell’esercito ucraino, Oleksandr Syrsky. “In totale – ha affermato quest’ultimo – dall’inizio delle operazioni nella regione di Kursk, le nostre truppe sono avanzate di 35 chilometri in profondità”. Da parte sua, l’esercito russo afferma di aver riconquistato un villaggio nella regione e annuncia l’invio di ulteriori forze nella regione di Belgorod.

E mentre le diplomazie occidentali non riescono a trattenere la loro soddisfazione per i buoni risultati fin qui conseguiti dall’operazione, il consigliere presidenziale Mykhaïlo Podoliak ribadisce per l’ennesima volta che il suo paese sta conducendo una “guerra difensiva”. “Mentre la Russia ha deliberatamente attaccato l’Ucraina per uccidere civili e occupare il suo territorio, il che costituisce un crimine di guerra incondizionato, l’Ucraina conduce una guerra esclusivamente difensiva, anche sul territorio dell’aggressore, per garantire la protezione della propria popolazione, che è un suo diritto incondizionato”, ha scritto il braccio destro di Zelensky su X. Interrogato dal The Independent, Podoliak ha inoltre aggiunto che “L’attacco in Russia è l’unico modo per costringere Vladimir Putin al tavolo dei negoziati”.

Intanto, secondo un’analisi dell’autorevole Istituto per lo studio della guerra (ISW) di Washington, il Cremlino e il comando militare russo starebbero creando una “struttura complessa” che finora si sarebbe comunque rivelata inefficace per rispondere all’operazione ucraina nella regione di Kursk. Il ragionamento degli analisti del think-tank americano parte dal dato di fatto che il Ministro della Difesa della Federazione Russa Andriy Belousov nei giorni scorsi ha annunciato la creazione di un “consiglio di coordinamento” sotto il Ministero della Difesa per le questioni militari e di sicurezza nelle regioni di Belgorod, Bryansk e Kursk. Secondo lui, questo consiglio dovrebbe migliorare il sostegno delle forze russe che coprono il confine di stato e supervisionerà anche la “fornitura efficace” di logistica, nonché il coordinamento tra le forze che affrontano le minacce lungo il confine di stato, l’ingegneria del territorio e il supporto medico militare.

Per l’ISW però il presidente russo Vladimir Putin avrebbe assegnato al Ministero della Difesa, all’FSB e alla Guardia russa nella regione di Kursk compiti parzialmente sovrapposti, e queste strutture non avrebbero ancora compiuto passi significativi per stabilire una più chiara divisione delle responsabilità.

Dunque, secondo gli analisti, “Il ritardo nella creazione di una complessa struttura russa nella regione di Kursk continua a evidenziare il fatto che il Cremlino non sia riuscito ad anticipare la possibilità di una significativa incursione ucraina in Russia”. Incursione che “probabilmente amplierà la percezione del Cremlino sul tipo di operazioni ucraine possibili lungo il confine e sottolineerà che Putin e il Cremlino soffrono di una mancanza di immaginazione strategica”.

Con una velata ironia, nel rapporto dell’IDW si fa quindi notare come il Cremlino “abbia un approccio più coordinato nel garantire il controllo sullo spazio informativo russo che nel risolvere i problemi militari, in particolare nella regione di Kursk”. Allo stesso tempo, l’ISW ritiene che le forze di Mosca stiano mantenendo un ritmo offensivo relativamente elevato nella regione di Donetsk, e ciò dimostrerebbe che il comando militare russo continua a considerare una priorità l’avanzata nell’Ucraina orientale.

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