MADRID. – Nel corso di una riunione della Commissione per gli affari esteri e la difesa della Knesset, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha assicurato che lo Stato ebraico negli ultimi giorni “ha rafforzato le sue difese” in vista di un previsto attacco congiunto di Iran ed Hezbollah al Paese, ribadendo che sono stati predisposti “potenziali attacchi” nonché una serie di “azioni preventive”, che in caso di necessità verranno messe in atto.
“Siamo in un’epoca di vigilanza e prontezza” ha dichiarato Gallant per il quale “le minacce provenienti da Teheran e Beirut potrebbero concretizzarsi ed è importante spiegare a tutti che prontezza, preparazione e vigilanza non sono sinonimi di paura e panico”.
“Negli ultimi giorni – ha aggiunto il rappresentante del governo di Tel Aviv – abbiamo dedicato il nostro tempo sia al rafforzamento delle difese sia alla creazione di opzioni offensive in risposta, e anche come iniziativa se necessario, ovunque e in qualsiasi regione, con l’obiettivo principale di proteggere i cittadini dello Stato di Israele”.
Durante l’incontro, Gallant ha ribadito il suo sostegno all’accordo per il rilascio degli ostaggi con Hamas, anche se si svolgerà in più fasi. “È nostro dovere, in quanto decisori, impegnarci per raggiungere il risultato operativo e creare le condizioni per il ritorno degli ostaggi. La creazione delle condizioni avviene tramite pressione militare e può portare a un accordo per i prigionieri, anche se ciò avverrà in più di un round”, ha affermato.
Da parte sua, il presidente del Parlamento del Libano, Nabih Berri, intervistato dal quotidiano libanese Al-Jumhuriya, in merito alla possibilità di un attacco congiunto a Israele da parte di Hezbolah e Teheran, ha affermato che “la vendetta è un piatto che va servito freddo”. Per Berri, dopo le uccisioni del comandante militare di Hezbollah, Fuad Shukr, in un attacco aereo israeliano a Beirut e del leader di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran, la “risposta a Israele è inevitabile”.
Per Berri tali atti non rifletterebbero “il comportamento di qualcuno che vuole raggiungere un cessate il fuoco”. Berri non ha escluso la possibilità di una guerra su larga scala tra Hezbollah e Israele finché Netanyahu rimarrà al potere, ma nota che i gruppi sostenuti dall’Iran nella regione “stanno gestendo la battaglia in modo calcolato”.