MADRID. – La mattinata delle coste italiane è stata caratterizzata dallo sciopero di due ore, dalle 7.30 alle 9.30, voluto da alcune associazioni di categoria degli stabilimenti balneari per protestare contro il mancato intervento del governo per fare chiarezza sul futuro del settore con l’arrivo delle gare previste nel 2025, conseguenza della direttiva Bolkestein.
Per Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti, la partecipazione è stata ampia: “C’è una grande adesione, al di sopra delle aspettative, al momento di sensibilizzazione voluto e organizzato oggi da Fiba Confesercenti e Sib Confcommercio. I bacini balneari più importanti d’Italia, come la Romagna e la Toscana, vedono una partecipazione quasi totale, e oltre l’80% degli operatori balneari ha tenuto chiuso il servizio ombreggio sul territorio nazionale”.
Per Rustignoli, la richiesta principale è “una legge definitiva che possa finalmente ridare certezze al comparto balneare italiano. Non chiediamo privilegi, non vogliamo eludere i principi europei, ma non siamo disponibili a far espropriare le nostre imprese. Registriamo, inoltre, con soddisfazione come i nostri clienti stiano sostenendo il nostro gesto simbolico di chiusura degli ombrelloni e condividano il nostro impegno invitandoci a proseguire con le nostre richieste”.
Dal governo, è arrivato il commento del viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, il quale parlando della questione a L’Aria che tira, su La7, ha affermato: “Il tema è quello di trovare una posizione di mediazione tra le giuste esigenze degli imprenditori e le regole europee. C’è stata una sentenza abbastanza chiara del Consiglio di Stato. Ora bisogna trovare una soluzione per fare in modo che coloro che hanno investito tanto non siano penalizzati. Il governo è fortissimamente impegnato in questa direzione e sono convinto che alla fine si troverà una soluzione che possa essere di accettabile mediazione e che sia anche ‘europeisticamente’ convincente”.
Per Elena Donazzan, europarlamentare di Fratelli d’Italia: “Comprendo la preoccupazione dei promotori della protesta ma credo sia necessario un approccio alla questione prudente e collaborativo per preservare in questo particolare periodo dell’anno il legittimo interesse dei consumatori”.
Come ha spiegato l’esponente di FdI: “Il governo Meloni non si è ancora espresso con un provvedimento ad hoc perché sta negoziando con l’Unione europea le migliori tutele per i concessionari uscenti, ad esempio con la richiesta di indennizzi per le strutture inamovibili, affinché anni di investimenti non vengano vanificati” – ha detto.
“La giusta concorrenza non deve pregiudicare il sacrosanto diritto di proprietà e credo anche che debba essere prevista una premialità per il concessionario uscente che partecipa alla nuova gara. In ogni caso la certezza è che il governo non solo regolamenterà il riordino delle concessioni demaniali ad uso turistico e ricreativo per stabilire il perimetro giuridico più adeguato per i protagonisti del settore ma farà sentire la propria voce nelle sedi opportune per difendere le imprese e il lavoro in un settore strategico della nostra economia”.
Da Raffaele Nevi, vicepresidente vicario dei deputati di Forza Italia e portavoce del movimento azzurro, intervenuto a Radio Anch’io su RadioRai1, è arrivato poi un appello a tutelare le imprese: “Abbiamo un patrimonio prezioso di piccoli e medi imprenditori che meritano rispetto” – ha specificato.
“Abbiamo già visto i danni causati dalle gare al massimo ribasso in altri settori, che rischiano di aprire la porta a grandi gruppi speculativi pronti ad aumentare esponenzialmente le tariffe e rendere tutto inaccessibile. In Italia non mancano le spiagge, piuttosto dobbiamo proteggerle e mantenere un equilibrio per tutelare i consumatori. Non vogliamo evitare le gare, ma neanche trasformarle in una svendita”.
Dal Partito democratico sono arrivate numerose critiche al governo. Il capogruppo Pd in Commissione Ambiente, Marco Simiani, ha dichiarato che “lo sciopero massiccio dei balneari è la clamorosa conferma dell’incapacità di questo governo che solo ed esclusivamente per scopi elettorali ha illuso per anni intere categorie lasciandole adesso senza alcun indennizzo. Su questa catastrofe, che ha una sola responsabile e si chiama Giorgia Meloni, si registra oggi soltanto l’imbarazzo dei tanti esponenti di destra che avevano cavalcato le proteste con toni populisti, ma che adesso si nascondono nell’assoluto silenzio”.
Sulla questione è intervenuto anche il deputato dem Andrea Gnassi: “Basta con il dare la colpa all’Europa perché si è incapaci di dare soluzioni ed esercitare il ruolo di governo – ha sottolineato Gnassi – Sono ormai due anni che il Pd chiede al governo Meloni e ai suoi ministri di fare una legge quadro offrendo proposte puntuali per disciplinare la direttiva Bolkestein”.
Il deputato di AVS e portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli, invece, ha parlato di fallimento dello sciopero: “Oggi i gestori degli stabilimenti balneari hanno indetto uno sciopero di due ore per chiudere gli ombrelloni, ma hanno fallito. Quello che accade in Italia con i balneari è incredibile.
Noi porteremo avanti ancora più convintamente la nostra proposta di legge che prevede quattro passaggi essenziali: la triplicazione dei canoni, 70% delle spiagge libere, che le nostre coste vengano dichiarate beni inviolabili e comuni, per restituire il mare ai cittadini senza discriminazioni di sorta e stop privatizzazione spiagge”.
“Il disastro compiuto da questo governo è evidente – ha proseguito Bonelli – pur di non applicare la direttiva Bolkestein, o addirittura la mediazione del governo Draghi, hanno inviato in Europa una proposta di mappatura delle spiagge, estendendone la lunghezza di 3.000 km per mettere in concessione le ultime spiagge libere del nostro Paese. È un falso ideologico”.