MADRID. – La situazione idrica in Italia sta diventando sempre più critica, con il Centro e Sud del Paese in ginocchio a causa della siccità. In soli due giorni, tra il 21 e il 22 luglio, si sono verificati 54 eventi meteorologici estremi, tra grandinate, nubifragi e trombe d’aria. Le Marche e il Friuli sono state tra le regioni più colpite, con precipitazioni intense che, tuttavia, non sono riuscite a mitigare la crisi idrica.
Il report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche mette in luce un quadro drammatico, con particolare attenzione all’invaso di Occhito, situato tra Molise e Puglia. Questo bacino, fondamentale per l’agricoltura del Tavoliere, ha perso oltre 15 milioni di metri cubi d’acqua in soli otto giorni. Attualmente, la diga sul fiume Fortore trattiene circa 77 milioni di metri cubi, destinati quasi esclusivamente all’uso potabile.
“E’ reale il rischio di vedere inaridita la pianura foggiana, così come ampie porzioni di territorio salentino,” avverte Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI. In Abruzzo, la situazione è altrettanto critica. Il bacino di Penne è ormai prosciugato, e l’invaso di Chiauci si esaurirà entro metà agosto, lasciando a secco l’agricoltura della Piana del Trigno e compromettendo anche l’uso civile in comuni come San Salvo e Vasto. La crisi idrica senza precedenti colpisce anche le sorgenti ai piedi della Maiella, con portate ridotte a livelli storicamente bassi.
La Sicilia sta vivendo una delle sue peggiori annate, con un deficit pluviometrico che supera il 60% su base annua. Degli invasi regionali, solo 122 milioni di metri cubi sono utilizzabili, mentre molti bacini sono già a secco. La provincia di Caltanissetta e altre aree dell’isola stanno subendo razionamenti idrici significativi, con gravi ripercussioni sull’agricoltura.
Anche la Sardegna non è immune alla crisi. Le dighe dell’isola trattengono solo il 57% del volume autorizzato, con l’irrigazione già interrotta in diverse zone. In Calabria, Basilicata e Campania, le riserve d’acqua sono ai minimi storici, con riduzioni significative nell’erogazione idrica che colpiscono sia l’uso agricolo che civile.
La situazione al Nord Italia appare meno critica. Le regioni settentrionali, dopo la siccità estrema del 2022 e l’inverno asciutto del 2023, stanno vivendo una stagione idricamente straordinaria. I grandi laghi, come il Maggiore e il Sebino, registrano livelli di riempimento superiori alla media, e il fiume Po mantiene portate sopra le medie mensili.
“L’odierna fotografia dell’Italia idrica – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – è quella di un Nord sovrabbondante d’acqua e di un CentroSud arso dalla siccità, dove sono a rischio asset economici importanti quali l’agricoltura ed il turismo. Va assunta consapevolezza, ad ogni livello, che il clima è cambiato e che necessita un nuovo modello per il territorio, dove resilienza non può che accompagnarsi con manutenzione, infrastrutture ed innovazione.”