Netanyahu al Congresso Usa: “Aiutateci”

L' ex primo ministro d'Israele Benjamin Netanyahu parla in una conferenza nel kibbutz Kiryat Anavim, vicino Gerusalemme. (ANSA- EPA/ABIR SULTAN)
Benjamin Netanyahu parla in una conferenza conferenza stampa. (ANSA- EPA/ABIR SULTAN)

MADRID. – La visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu al Congresso degli Stati Uniti si è svolta tra contestazioni fuori e le richieste di “agire uniti” al Parlamento americano. Netanyahu ha detto ai legislatori statunitensi che “i nostri nemici sono i vostri nemici” in un discorso al Congresso volto a raccogliere sostegno per la guerra a Gaza.

“Quando combattiamo l’Iran, combattiamo il nemico più radicale e omicida degli Stati Uniti d’America”, ha affermato Netanyahu. “La nostra lotta è la vostra lotta e la nostra vittoria sarà la vostra vittoria”, ha aggiunto.

Il leader israeliano è stato accolto calorosamente dalla maggior parte dei politici repubblicani, spiega la Bbc, ma le crescenti divisioni politiche sulla guerra a Gaza sono state evidenziate da decine di membri democratici, oltre che dai manifestanti: cinque persone sono state arrestate per aver tentato di interrompere il discorso di Netanyahu.

Rivolgendosi ai manifestanti, Netanyahu ha affermato: “Siete diventati ufficialmente gli utili idioti dell’Iran”. In uno dei tanti riferimenti all’Iran, il primo ministro israeliano ha affermato che un “asse del terrore” minaccia gli Stati Uniti, Israele e il mondo arabo, inquadrandolo come uno “scontro tra barbarie e civiltà”. “Ma nel cuore del Medio Oriente, a ostacolare l’Iran, c’è una fiera democrazia filoamericana: il mio Paese, lo Stato di Israele.”

Netanyahu ha ringraziato gli Stati Uniti per aver fornito a Israele una “generosa assistenza militare” per decenni, aggiungendo che in cambio Israele ha fornito agli Stati Uniti informazioni fondamentali che hanno “salvato molte vite”, ma ha chiesto un processo di “accelerazione” degli aiuti militari statunitensi, sostenendo che ciò potrebbe accelerare la fine della guerra a Gaza e contribuire a prevenire una guerra regionale più ampia.

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