Medio Oriente, fuoco su Khan Younis. Israele spaccato su acqua potabile a Gaza

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MADRID. – L’esercito israeliano ha pubblicato due aggiornamenti operativi sul suo canale Telegram nel corso della mattinata, affermando di aver colpito una serie obiettivi a Khan Younis in risposta a degli attacchi da lì provenienti e sottolineando la continuazione delle operazioni a Shejaiya, Rafah e nella zona centrale di Gaza. Secondo fonti locali, almeno otto civili avrebbero perso la vita negli attacchi. 

Nella giornata di ieri, viene riferito, “circa 20 proiettili sono stati lanciati dall’area di Khan Younis verso comunità israeliane vicino alla Striscia di Gaza”. L’IDF afferma di aver “colpito obiettivi terroristici nell’area da cui sono stati sparati i vettori esplosivi, tra cui un deposito di armi, centri operativi e ulteriori siti infrastrutturali terroristici”. 

Secondo l’esercito con la Stella di David, gli attacchi hanno preso di mira siti in un’area da cui ieri è stata lanciata una raffica di 20 razzi verso città israeliane meridionali. Ieri le Brigate Al-Quds avevano rivendicato la responsabilità delle azioni offensive: “Abbiamo bombardato gli insediamenti lungo la Striscia di Gaza – era stato affermato in una nota – con una raffica di missili in risposta ai crimini del nemico sionista contro il nostro popolo palestinese”.

 Inoltre, secondo quanto affermato dall’esercito israeliano, jet da combattimento, elicotteri d’attacco e droni dello Stato ebraico hanno colpito più di 30 obiettivi a Gaza nell’arco di una giornata, nell’ambito delle operazioni di supporto alle forze di terra che operano nella Striscia. Secondo le IDF, tra gli obiettivi figurano depositi di armi, edifici utilizzati da Hamas, tunnel e altre infrastrutture. 

Tali operazioni sono avvenute mentre le truppe continuano a combattere contro Hamas a Rafah, nella parte meridionale di Gaza, a Shejaiya, nella città di Gaza, e nel corridoio di Netzarim, nel centro della Striscia. A Rafah, afferma l’IDF, le truppe della Brigata Nahal hanno teso un’imboscata a un gruppo di uomini armati a bordo di un veicolo diretto verso un’area in cui stavano operando le forze. I soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro l’auto, uccidendo gli uomini armati. 

Inoltre, a Shejaiya le truppe della Settima Brigata corazzata hanno rinvenuto una grande quantità di armi e altri equipaggiamenti militari utilizzati dai gruppi terroristici, mentre nel corridoio di Netzarim, le truppe della 99a Divisione, si legge in una nota, “hanno ucciso diversi uomini armati in combattimenti ravvicinati e hanno trovato armi ed equipaggiamento militare”. 

Nel corso delle operazioni due soldati israeliani hanno perso la vita, portando il numero dei militari caduti a 320.  Intanto, sempre oggi sono iniziati i lavori, nell’ambito della cooperazione israelo-palestinese, per potenziare la fornitura di energia elettrica a un impianto di desalinizzazione di Gaza, consentendogli di produrre più acqua. 

Secondo quanto riportato da Channel 12, che cita un documento del Ministero della Difesa, il ministro della Difesa Yoav Gallant ha definito i lavori per aumentare la disponibilità idrica nella Striscia “un’esigenza umanitaria fondamentale”. Tuttavia, il fatto che Israele stia consentendo i lavori di ricostruzione a Gaza ha irritato alcuni ministri del governo. 

Il titolare delle Finanze, l’esponente di estrema destra Bezalel Smotrich, ha scitto su X: “Abbiamo perso completamente la testa. Stiamo ricostruendo Gaza da soli, prima che venga smilitarizzata… Signor Primo Ministro, fermi questa follia”. Da parte loro, però, diversi responsabili della sicurezza affermano che i lavori iniziati questa mattina per aumentare la potenza elettrica dell’impianto di desalinizzazione di Gaza “sono essenziali affinché Israele possa proseguire le sue operazioni contro Hamas nella Striscia”. 

Secondo tali fonti, raccolte dalla stampa locale, “l’impianto di desalinizzazione fornirà potenzialmente 20.000 metri cubi di acqua al giorno alla zona umanitaria, dove attualmente risiede la stragrande maggioranza della popolazione di Gaza”. 

Secondo stime israeliane, circa 1,9 milioni di palestinesi si trovano attualmente nella zona umanitaria designata da Israele. “Un aumento dell’acqua potabile – viene fatto notare – è particolarmente necessario durante l’estate, e la zona umanitaria richiede anche acqua per i servizi igienici per impedire la diffusione di malattie. Tali malattie potrebbero anche danneggiare i soldati israeliani a Gaza, così come gli ostaggi tenuti da Hamas”. 

Dunque, i funzionari israeliani interpellati affermano “che prevenire una crisi umanitaria a Gaza è fondamentale per continuare a combattere contro Hamas. Altrimenti, il paese potrebbe essere potenzialmente costretto a porre fine alla guerra”. La decisione di fornire energia all’impianto di dissalazione è stata approvata dai funzionari governativi, tra cui il ministro della Difesa e il ministro dell’Energia.

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