Papa Francesco: “Gesù tocchi il cuore di chi vuole la guerra”

Papa Francesco durante l'Angelus benedice la folla in Piazza San Pietro.
Papa Francesco durante l'Angelus benedice i fedeli in Piazza San Pietro. ANSA/GIUSEPPE LAMI

MADRID. – La pace e il cessate il fuoco sono ancora al centro della riflessione post-Angelus di Papa Francesco: “Imploriamo il Sacro Cuore di Gesù di toccare i cuori di quanti vogliono la guerra, perché si convertano a progetti di dialogo e di pace”, sottolinea ricordando ancora i vari fronti di guerra come Ucraina, Palestina, Israele e Myanmar.

L’omelia è relativa al Vangelo della domenica e quindi analizza i due miracoli raccontati da Marco: la guarigione dell’emorroissa, una donna che sanguinava da diverso tempo e poi la risurrezione della figlia di Giairo dopo la morte. In entrambi i casi, con un tocco solo, nel primo caso, sfiorando il mantello, nell’altro prendendole la mano. Miracoli che avvengono col contatto.

Un messaggio simbolico perché, ricorda Papa Francesco “queste due donne sono considerate impure e quindi con loro non può esserci un contatto fisico. E invece Gesù si lascia toccare e non ha paura di toccare. Egli mette in crisi una concezione religiosa sbagliata, secondo cui Dio separa i puri da una parte e gli impuri dall’altra. Invece, Dio non fa questa separazione, perché tutti siamo suoi figli, e l’impurità non deriva da cibi, malattie, e nemmeno dalla morte, ma l’impurità viene da un cuore impuro”.

La vicinanza nella sofferenza

Il Santo Padre dunque invita a fare tesoro dell’insegnamento di Cristo: “Davanti alle sofferenze del corpo e dello spirito, alle ferite dell’anima, alle situazioni che ci schiacciano, e anche davanti al peccato, Dio non ci tiene a distanza, Dio non si vergogna di noi, Dio non ci giudica; al contrario, Egli si avvicina per farsi toccare e per toccarci, e sempre ci rialza dalla morte. Sempre ci prende per mano per dirci: figlia, figlio, alzati”, sottolinea, invitando a fissare l’immagine di Gesù “che si lascia toccare dal tuo dolore e ti tocca per guarirti e ridonarti la vita. Egli non discrimina nessuno perché ama tutti”.

Tendere la mano, senza etichette

L’attuazione nel quotidiano è ad entrare come Cristo in relazione con il prossimo che soffre. Francesco pone una domanda ai fedeli in ascolto: “Entriamo in relazione con i fratelli offrendo loro una mano per rialzarsi, oppure ci teniamo a distanza ed etichettiamo le persone in base ai nostri gusti e alle nostre preferenze?”. E invita a non mettere le etichette alle persone: “Ciascuno, con la propria storia- conclude- deve essere accolto e amato senza etichette, senza pregiudizi, senza aggettivi”.

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