Puigdemont, il “finanziamento unico” un ricatto e “uno scandalo”

Il presidente del Governo, Pedro Sánchez, e l'ex presidente catalano, Carles Puigdemont

L’ex presidente della Generalitat considera “immorale” giocare “con il benessere e il futuro dei catalani”


MADRID – Carles Puigdemont, fuggito all’estero dopo il fallito referendum secessionista del 2017, ha reagito con rabbia alla possibilità di un accordo tra il partito catalano “Esquerra Republicana” e il Partito Socialista Catalano che ostacolerebbe le sue aspirazioni: essere eletto nuovamente presidente della Generalitat.

Con un messaggio sul social-network “X”, Puigdemont ha gridato allo scandalo e accusato il presidente del Governo, Pedro Sánchez, di “ricattare” ERC offrendogli “un potenziamento del sistema di finanziamento regionale”. Il capo del Governo, intervistato dal quotidiano “La Vanguardia” ha considerato  “compatibile migliorare il sistema di finanziamento regionale a livello multilaterale e allo stesso tempo articolare un finanziamento unico per un territorio”, la Catalogna, che ritiene “importante”.

Per Puigdemont che, come il socialista Salvador Illa vincitore delle elezioni regionali, aspira alla presidenza della “Generalitat”, la proposta del capo del Governo rappresenta “uno scandalo in tutti i sensi”.

A suo avviso, il presidente Sánchez dovrebbe “rispondere ad alcune domande, se pretende continuare ad avere il sostegno che gli ha permesso di guidare il governo spagnolo nonostante la sconfitta alle urne”. E chiede al presidente Sánchez se ritiene che “il finanziamento che i catalani meritano dipenda dall’investitura del candidato del suo partito”. Ed anche se l’ingiustizia che, a suo avviso, subiscono i catalani,  se “i soldi che se ne vanno, se la mancanza di esecuzione del bilancio” siano conseguenza del fatto che il Partito Socialista Catalano non presiede la “Generalitat”.

E aggiunge che si ha l’impressione che  verrà concesso ciò che la Comunità Autónoma reclama “non perché sia giusto” ma “perché il partito che ora governa la Spagna vuole occupare il governo della Catalogna ad ogni costo”.

Puigdemont ritiene che la Catalogna abbia bisogno di “un proprio accordo economico non come concessione” ma perché “lo ha chiesto attraverso il suo Parlamento e lo ha ratificato in diverse elezioni”.

L’ex presidente della Generalitat considera “immorale” giocare “con il benessere e il futuro dei catalani”. E ritenere che possano essere “merce di scambio per i benefici di un partito”.

Il messaggio di Puigdemont conclude con un avvertimento che ha il sapore della minaccia: il prossimo bilancio generale dello Stato deve essere molto chiaro per avere il voto di Junts.

Intanto, oltre 300 militanti di ERC hanno firmato un manifesto nel quale si sottolinea la necessità dell’apertura di un processo di “rinnovamento generale della leadership dirigenziale” che dovrebbe concludere con il Congresso nazionale del 30 novembre. D’altronde, dopo la cocente sconfitta elettorale nelle ultime elezioni catalane, il presidente Pere Aragonès e la segretaria generale, Marta Rovira, hanno già anticipato che lasceranno la direzione del partito.

Redazione Madrid

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