Elezioni europee – L’estrema destra cresce ma non sfonda, gli “europeisti” tengono


In Italia, Fratelli d’Italia si conferma primo partito del Paese mentre il Pd cresce. Il “Rassemblement National” di Marine Le Pen diventa il maggiore partito in Francia e il premier Macron scioglie il Parlamento. In Belgio il premier De Croo si dimette tra le lagrime. Debacle dei socialdemocratici di Scholz in Germania. Gli “europeisti” tengono in Spagna e Portogallo  


MADRID – L’elezione per il rinnovo del Parlamento Europeo, chiusi gli ultimi seggi in Italia, offre un panorama rassicurante per gli “europeisti”. Infatti, dalle proiezioni diffuse dall’Eurocamera, emerge una sola maggioranza vincente: quella formata dai “popolari europei”, 186 seggi; dai socialdemocratici, 133; dai liberali, 82. A questi, che sommano già 401 seggi, quindi abbondantemente al di sopra della soglia dei 360 che rappresenta la maggioranza assoluta, vanno sommati i 72 seggi dei verdi. Anche così, l’ascesa dell’estrema destra è indiscutibile.

Il Parlamento Europeo

Queste elezioni confermano la crescita esponenziale dell’estrema destra un po’ ovunque. In particolare, in Francia, dove si trasforma nel primo partito nazionale; in Germania, dove si è assistito al sorpasso sui socialdemocratici di Olaf Scholtz; e in Belgio, dove l’estrema destra fiamminga ha dilagato.

In Belgio, il premier Alexandre De Croo ha ammesso che “è stata una serata particolarmente difficile”. E, alla luce dei risultati ottenuti dal suo partito, ha annunciato le dimissioni tra le lagrime. In Francia, il premier Emmanuel Macron, dopo il risultato storico di “Rassemblement National” di Marine Le Pen, ha sciolto il Parlamento. Il Paese tornerà alle urne in poche settimane per eleggere un nuovo Parlamento.

«Non posso fare come se niente fosse – ha detto il premier francese -. Ho deciso di ridare a voi la scelta sul vostro futuro parlamentare con il voto»

In Germania si specula sulle possibili dimissioni di Scholz.

Mentre nella maggioranza dei Paesi dell’Unione Europea l’estrema destra ha provocato terremoti politici che implicheranno probabilmente decisioni traumatiche como in Francia e Belgio; nella penisola Iberica i partiti europeisti tengono. In Spagna il Partito Popolare strappa una vittoria indiscutibile all’ottenere 22 eurodeputati. Dal canto suo, il Psoe, anche se a fatica, resiste con 20, uno meno delle elezioni del 2019. Non c’è stato il “plebiscito” contro il premier Sánchez, come aveva assicurato qualche settimana fa il leader dei conservatori, Alberto Núñez Feijóo. Ma nonostante la “remontada”, annunciata dal presidente Sánchez, in casa dei socialisti è suonato il campanello d’allarme. Dal canto loro, Sumar e Podemos pare siano “condannati” ad unirsi per “contare”. Il primo ha ottenuto tre seggi, l’altro solo due.

Anche Vox, nonostante si sia confermato terza forza politica dietro al Partito Popolare e al Psoe, dovrà rivedere le proprie priorità, dopo l’irruzione di “Se Acabó la Fiesta”. Il partito di centro, “Ciudadanos”, è scomparso dall’arena politica assorbito dai “popolari” e i partiti indipendentisti si confermano forze periferiche ma indispensabili per gli equilibri nel Parlamento spagnolo.

In Portogallo, come in Spagna, l’estrema destra non sfonda. Il Partito Socialista ha ottenuto il 32 per cento dei voti e 6 seggi. Alle sue spalle, si è piazzato il conservatore “Aliança Democratica” mentre al terzo posto si è collocata l’estrema destra di Chega, con un calo nei consensi: 9 per cento dei voti ed un solo europarlamentare.

In Italia, secondo quanto emerge dai sondaggi Fratelli d’Italia non solo si conferma il primo partito del Paese, con quasi il 30 per cento dei voti, ma cresce. Ancher il Partito Democratico, con oltre il 24 per cento, non solo tiene ma cresce.  “Forza Italia”, con il 10 per cento, supera la “Lega· e raggiunge il Movimento 5 Stelle.

Redazione Madrid

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