Catalogna, Illa trionfa alle regionali ma Erc ha la chiave della governabilità


Quello catalano sarà il primo Parlamento spagnolo ad avere deputati di due partiti di estrema destra: Vox e Aliança Catalana.


MADRID – Salvador Illa, candidato del Partito Socialista Catalano, si è imposto alle elezioni catalane. Per la prima volta nell’ultimo mezzo secolo, l’indipendentismo non ha ottenuto la maggioranza assoluta. La sinistra catalana – leggasi Partito Socialista, Esquerra Republicana de Catalunya e Comuns – ha i numeri per governare. Ma toccherà a Salvador Illa convincere i leader di Erc ad aderire ad un governo di coalizione progressista. Non sarà facile.  Infatti, il leader dei repubblicani indipendentisti, Pere Aragonés, dopo aver ammesso che il risultato ottenuto è stato deludente, ha fatto intendere che andrà all’opposizione.

Dai risultati di queste elezioni emergono due importanti indicazioni: da un lato, la strategia del presidente Sánchez, prima con gli indulti e poi con il disegno di Legge dell’Amnistia, è riuscita ad indebolire l’indipendentismo e a restituire alla regione la convivenza politica; dall’altro, l’ottimo risultato ottenuto dal Psc non è riuscito a colmare il crollo della sinistra. E cioè di Erc, che ha perso 13 parlamentari; di Cup, che ne ha persi cinque; e di Comuns che ne ha ottenuto due in meno. La destra, nel suo complesso, è cresciuta. Il parlamento catalano sarà il primo in Spagna ad avere rappresentanti di due partiti di estrema destra: Vox e Aliança Catalana. Quest’ultima è una formazione politica xenofoba, islamofoba e anti-immigrazione.

Salvador Illa, dopo la vittoria, ha assicurato che “si apre una nuova tappa politica per tutti i catalani, senza importare cosa pensino, quale lingua parlino e da dove vengano”. È la prima volta che il Psc si impone sia in numero di voti sia in quello di deputati.

In questa tornata elettorale, il conservatore Partito Popolare ha ottenuto un risultato superiore alle attese. Infatti, ha ottenuto 15 deputati, ben 12 di più di quanti ne aveva, ed è riuscito a carpire il quarto posto a Vox, il partito di estrema destra suo diretto avversario. Era il suo obiettivo principale.

Anche Junts ha ottenuto un buon risultato con 35 deputati, tre in più di quanti ne aveva. Quando ormai i risultati erano irreversibili, Carles Puigdemont, che profugo della giustizia ha realizzato la sua campagna elettorale da Elna nella Catalogna francese, ha avvertito i leader di Erc che sarebbe inconveniente aderire ad un governo di coalizione con il PSC e Comuns. Puigdemont non pare disposto a rinunciare alla presidenza della “Generalitat”. Per questo ha invitato l’indipendentismo a “ricostruire ponti”.

Il Psc, con il 27,94 per cento dei voti, si conferma il maggiore partito catalano. Alle sue spalle si è piazzato Junts, con il 21,63 per cento. Seguono a ruota Erc, con il 13 per cento dei voti; il Partito Popolare, con il 10,9 per cento; Vox, con il 7,96 per cento;  Comuns, con il 5,81 per cento; Cup, con il 4,08 per cento e Aliança Catalana, che entra per la prima volta in Parlamento con due deputati, con il 2,38 per cento.

Per i risultati definitivi bisognerà attendere lo scrutinio dei catalani che hanno votato all’estero. Ma il loro voto non dovrebbe provocare terremoti.

Redazione Madrid

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