Referendum, Boldrini: “Firmo per lavoro tutelato, basta licenziamenti illegittimi”

Un post tratto dal profilo Facebook di CGIL Nazionale: in occasione della manifestazione a Torino per il blocco dei licenziamenti.
Un post tratto dal profilo Facebook di CGIL Nazionale: in occasione della manifestazione a Torino per il blocco dei licenziamenti.

MADRID. – ”Ho firmato i referendum della CGIL perché vogliamo un lavoro tutelato, un lavoro che sia dignitoso, un lavoro che sia stabile e anche che sia sicuro. Perché basta morti sul lavoro, basta licenziamenti illegittimi e anche basta questi contratti a termine che durano tutta la vita. Questi sono i motivi per cui ho ritenuto giusto, oggi, andare alla sede della CGIL di Roma e del Lazio, con il segretario Natale di Cola, per firmare i quattro quesiti proposti dalla CGIL”. 

Lo dichiara Laura Boldrini, presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo e deputata PD, che oggi ha aderito alla raccolta firme aperta dalla Cgil lo scorso 25 aprile per indire un referendum per un lavoro “stabile, dignitoso, tutelato e sicuro”, come recita lo slogan del sindacato. 

A firmare per il referendum sono stati anche i leader di Alleanza Verdi – Sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, mentre, pochi giorni fa, la segretaria dem Elly Schlein ha annunciato la sua intenzione di firmare. 

La campagna referendaria è stata decisa lo scorso 26 marzo dall’Assemblea generale della Cgil e ha tra i principali obiettivi lo smantellamento del Jobs Act, la riforma varata dal governo Renzi tra il 2014 e il 2016. Nello specifico, il referendum è composto da 4 quesiti, di cui il primo, “Lavoro tutelato”, prevede l’abrogazione delle norme del Jobs Act che consentono alle imprese di non reintegrare un lavoratore licenziato illegittimamente nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015. 

Il secondo quesito chiede invece l’innalzamento delle “tutele contro i licenziamenti illegittimi per le lavoratrici e i lavoratori che operano nelle imprese con meno di 15 dipendenti”, si legge sul sito della CGIL, che chiede quindi la cancellazione del tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole aziende affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite. 

Il terzo quesito chiede di cancellare “la liberalizzazione dei contratti a termine per limitare l’utilizzo a causali specifiche e temporanee”, si legge ancora sul sito del sindacato, mentre l’ultimo quesito è relativo all’abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, l’estensione della responsabilità all’impresa appaltante. La Cgil chiede quindi di cancellare “la norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti nell’appalto e nel subappalto, in caso di infortunio e malattia professionale della lavoratrice e del lavoratore”.

Perché il referendum possa essere indetto, è necessario che il sindacato raccolga 500mila firme, che il segretario della Cgil, Maurizio Landini, pensa di poter raggiungere “entro l’estate” per poter andare al voto nella primavera nel 2025. Una volta raccolte le firme, i quesiti referendari dovranno anche ottenere l’approvazione della Consulta. I cittadini hanno la possibilità di firmare ai gazebo predisposti dai sindacati oppure online, utilizzando Spid e CIE sul sito del sindacato nella sezione dedicata.Re

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