Elezioni in Catalogna, sondaggi: governabilità sul filo del rasoio


É poco probabile che i partiti indipendentisti riescano a rieditare un governo di coalizione


MADRID – Il giorno dopo le elezioni del 12 maggio, i partiti della Catalogna potrebbero svegliarsi con un puzzle difficile da decifrare: quale governo formare. Infatti, stando ai sondaggi dei maggiori quotidiani del Paese – leggasi “ABC”, “El Mundo”, “El País”, “El Periódico” e “La Razón” -, quello che emergerebbe dalle urne sarebbe un vero e proprio “rebus”.

A seguito del traumatico divorzio tra “Junts” ed “Esquerra Republicana de Catalunya”, che ha portato alle elezioni anticipate dopo un breve interludio del governo monocolore di Pere Aragonés, è poco probabile che i partiti indipendentisti riescano a rieditare un governo di coalizione. E non solo per le incomprensioni e i reciproci rimproveri. Soprattutto, perché pare che il secessionismo non raggiungerebbe la maggioranza assoluta: i 68 seggi che assicurerebbero la governabilità.

Tutti i sondaggi mostrano i socialisti in crescita. Ma nessuno conferma che questa è tale da permettere un governo monocolore. Come è già accaduto, quindi, il trionfo di Salvador Illa potrebbe essere una vittoria “pirrica”. Illa dovrà mettere in campo tutta la sua “diplomazia politica” per imbastire alleanze e costruire un governo di coalizione. Questo dovrà essere affidabile e soprattutto capace di arrivare alla fine della legislatura. Sarà possibile solo con “Erc” e “Comuns Sumar”. Un’equazione difficile.

Stando ai sondaggi di 40dB per “El País” e la “Cadena Ser”, il “Partido Socialista Catalano” si confermerebbe il maggiore partito della Catalogna, con il 40 per cento dei voti. Ovvero, con 39 o 40 seggi. Questi, stando al sondaggio di GAD3 per il quotidiano “ABC”, potrebbero arrivare a 44.

I sondaggi coincidono nell’indicare il sorpasso di “Junts” su “Erc”. Il partito di Carles Puigdemont si piazzerebbe al secondo posto con 37 deputati. Conferma la crescita di “Junts” anche il sondaggio di “NC Report” per “La Razón”. Il partito secessionista, stando al sondaggio di “Nc Report” , otterrebbe tra i 34 e i 35 scranni.

Al terzo posto, sempre secondo i sondaggi, si piazzerebbe “Erc” con un massimo di 27 seggi secondo l’agenzia demoscopica “Sigma Dos” contrattata da “El Mundo”, e un minimo di 21 parlamentari, stando a quanto emerge dal sondaggio di “Gesop” per “El Periodico”.

Tutte le agenzie demoscopiche, chi più e chi meno, registrano una crescita importante del “Partido Popular” che si piazzerebbe al quarto posto con una forbice tra i 10 e i 15 parlamentari. Il partito conservatore, comunque, non riuscirebbe a sottrarre parlamentari all’estrema destra. Vox, infatti, in alcuni sondaggi conserva i suoi 10 scranni e, in altri, ne ottiene 11. Solo in quello di “Sigma Dos” ottiene tra gli 8 e i 10 seggi.

“Comuns Sumar” risente della crescita dei socialisti. Tutti i sondaggi coincidono nell’assegnargli tra i 4 e i 6 parlamentari. “Candidatura de Unitat Popular” dal canto suo, otterrebbe da un minimo di due seggi, secondo l’agenzia demoscopica “40dB”, ad un massimo di otto, secondo “Gesop”.

Per ultimo, i sondaggi da un lato confermano la “scomparsa” di “Ciudadanos” dal panorama politico catalano – nato a Barcellona nel 2006 sarebbe divorato dal “Partido Popular” -, e dall’altro certificano l’entrata in parlamento di “Aliança Catalana”, formazione indipendentista di estrema destra, con 3 o 4 parlamentari, stando ai sondaggi pubblicati da “El Periodico” ed “El Mundo”, e 1 o 3 seggi secondo quelli di “El País”, “ABC” e “La Razón.

Redazione Madrid

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