Premi David di Donatello, Mattarella: “La storia d’Italia è passata dal grande schermo”

Palazzo del Quirinale, 03/05/2024 (II mandato) Il Presidente Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto in occasione della cerimonia di presentazione dei candidati ai Premi “David di Donatello” per l’anno 2024. (Ufficio stampa)

MADRID. – “La storia del nostro Paese, la storia della Repubblica, delle conquiste di libertà e democrazia, è passata dal Grande schermo. E’ stata narrata attraverso emozioni, volti, sentimenti, attraverso vicende drammatiche e speranze che sorgevano attraverso la quotidianità del vivere e l’eccezionalità di tante storie personali”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla presentazione al Quirinale dei candidati ai Premi “David di Donatello” per l’anno 2024.

“Profonde e veloci trasformazioni hanno interessato il cinema in questi ultimi anni. L’innovazione tecnologica ha favorito mutamenti radicali nei linguaggi, nelle modalità di trasmissione e di fruizione, nella stessa percezione dei contenuti. Il cinema registra una rinnovata vitalità e un più vasto campo d’azione. Si tratta di un’opportunità per l’Italia, non soltanto per chi vi opera” ricorda Mattarella, sottolineando che “il cinema è un’industria di grande rilievo, che dà lavoro a tante persone, che coltiva specialismi e saperi, e produce ricchezza che concorre al benessere del Paese.

Le politiche pubbliche devono tener conto di questi valori. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina, difatti, importanti risorse al cinema e alla cultura. Le istituzioni sono quindi chiamate a promuovere le tante opportunità che possono offrire occasioni di sviluppo in questo ambito. Opportunità che si inseriscono in una condizione internazionale che registra una competizione sempre più vigorosa e postula, quindi, un sicuro quadro normativo di riferimento”.

Secondo il capo dello Stato, “grande attenzione va rivolta in particolare all’espressione dei giovani artisti, che devono poter provare, sperimentare, dunque formarsi e crescere. L’ingresso di nuove generazioni produce nuova ricchezza. Esprime libertà, quella libertà da assicurare anche a chi non condivide i nostri gusti, a chi la pensa diversamente”.

Mattarella ricorda che “lungo il percorso, “ovviamente, vi sono anche contraddizioni e vi sono problemi da risolvere. Molte sale cinematografiche continuano a soffrire, anche dopo la ripresa post-pandemia, e non sono poche le città di piccole e medie dimensioni che non dispongono più di sale accessibili. È un tema che presenta evidenti risvolti sociali, e non può essere considerato soltanto dal punto di vista degli equilibri commerciali. Le sale sono un luogo di incontro.

Con il medesimo impegno – per assicurare costante vitalità al tessuto civile – vanno preservate, ad esempio, le librerie delle città e di ogni luogo,  e va posta attenzione a quei settori artistici e dello spettacolo che si propongono a pubblici più limitati, ma esprimono contenuti di alto valore e di qualità. Costituiscono beni preziosi che, oltre la loro portata economica, hanno una grande valenza per la comunità e per il grado di civiltà”.

“Il nostro cinema contiene nel suo Dna una tensione alla dimensione nazionale. Sin dal tempo in cui ha contribuito, con le pellicole degli anni Quaranta e Cinquanta, a consolidarne la lingua in un Paese dai molti dialetti – sottolinea il presidente della Repubblica – Questa tensione si arricchisce con la creatività così ampiamente manifestata, con i successi nazionali e internazionali, con la rilettura della storia, degli eventi, dei protagonisti, con i valori di umanità, con i sentimenti che aiutano a rafforzare il senso di comunità. Abbiamo bisogno del cinema. Della sua sensibilità, della sua arte, delle sue visioni plurali” conclude il capo dello Stato.

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