MO, Netanyahu: “Entreremo a Rafah con o senza accordo su ostaggi”

Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu durante il Quinto Foro di Yad Vashem nel Museo Memorial dell'Olocausto a Gerusalemme
Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu durante il Quinto Foro di Yad Vashem nel Museo Memorial dell'Olocausto a Gerusalemme.(ANSA- EPA/ABIR SULTAN)

MADRID. – Nonostante gli incessanti appelli in senso contrario della diplomazia internazionale, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito anche quest’oggi che le forze armate dello Stato ebraico entreranno nella città di Rafah, nel sud di Gaza, “per eliminare Hamas”. E ciò, ha sottolineato il premier, avverrà “con o senza un cessate il fuoco e un accordo sulla liberazione degli ostaggi”. 

Netanyahu, come del resto diverse altre volte nelle scorse settimane, ha quindi aggiunto che l’ipotesi di porre fine alla guerra prima che Israele abbia raggiunto i propri obiettivi “non è un’opzione”. Dunque, ha dichiarato Natanyahu durante un incontro con i rappresentanti delle famiglie di ostaggi, “entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas che si trovano lì – e questo avverrà con o senza un accordo – per ottenere la vittoria totale”. 

Per quanto riguarda il varo dell’attesissimo cessate il fuoco, il governo israeliano ha reso noto che ad Hamas sarà dato tempo fino a domani sera per dare una all’offerta di tregua in discussione al Cairo. 

Da parte sua il capo della diplomazia americana, Antony Blinken, che proprio oggi sarà in Israele dopo una sosta in Giordania, ha espresso ieri di nutrire “speranza” in una risposta favorevole di Hamas ad una proposta che ha definito “straordinariamente generosa da parte di Israele”. 

La proposta prevede una tregua di quaranta giorni ed è associata al rilascio di “migliaia di prigionieri palestinesi” detenuti dallo Stato ebraico, in cambio della liberazione degli ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023.

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