Iran e Pakistan: Onu agisca su Israele. Turk: “Indagare su fosse comuni”

MADRID. – Iran e Pakistan rinsaldano l’asse anti-israeliano e in una dichiarazione congiunta condannano “l’aggressione e le atrocità del regime israeliano contro il popolo palestinese” e chiedono al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di affrontare la questione dell’attacco alla missione diplomatica iraniana in Siria. Il comunicato è stato diffuso in seguito alla visita del presidente iraniano Ebrahim Raisi in Pakistan, durante la quale ha visitato Islamabad, Karachi e Lahore.

“Entrambe le parti – si legge nella dichiarazione – hanno espresso la loro forte e inequivocabile condanna dell’aggressione e delle atrocità del regime israeliano contro il popolo palestinese, insieme al disumano blocco di Gaza che ha provocato morte e distruzione diffuse, nonché lo sfollamento di milioni di palestinesi. Hanno chiesto un cessate il fuoco immediato e incondizionato, un accesso umanitario senza ostacoli alla popolazione assediata di Gaza, il ritorno dei palestinesi sfollati, nonché la garanzia della responsabilità dei crimini commessi dal regime israeliano. Hanno ribadito il loro sostegno a una soluzione giusta, globale e duratura basata sulle aspirazioni del popolo palestinese”.

Toccando la questione dell’attacco al consolato di Teheran di Damasco, attribuito alle forze dello Stato ebraico, il documento rileva che l’accaduto “ha rappresentato una violazione inaccettabile della sovranità della Siria e ne ha minato la stabilità e la sicurezza”. Iran e Pakistan hanno dunque “concordato che l’attacco costituisce una violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, un atto “illegale ai sensi della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961”.

Le parti “hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di impedire al regime israeliano il suo avventurismo nella regione”. Intanto, L’ONU ha chiesto “un’indagine indipendente, efficace e trasparente” sulla scoperta di fosse comuni in due complessi ospedalieri di Gaza in seguito all’assedio subito da parte di Tsahal negli ultimi mesi.

Da parte sua, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, si è detto “inorridito” da quanto sembrerebbe essere avvenuto nei complessi Nasser e Al-Shifa, proponendo che entrino in scena per fare luce su possibili crimini di guerra degli “investigatori internazionali”.

“Gli ospedali – ha detto Turk – hanno diritto a una protezione molto speciale ai sensi del diritto internazionale umanitario. E l’uccisione intenzionale di civili, detenuti e altre persone in una situazione di non combattimento è un crimine di guerra”.

Le parole di Turk si riferiscono in particolare alla scoperta di una fossa comune con 324 corpi scoperta questa settimana presso il Nasser Medical Complex, nella città di Khan Younis, nel sud di Gaza, da operatori della Protezione civile di Gaza entrate in azione dopo il ritiro delle forze israeliane dall’area. Altri 381 corpi sono stati invece recuperati in un’analoga fossa comune nel settore di Al-Shifa.

Lascia un commento