Papa Francesco: “Non cedere alla logica della rivendicazione della guerra”

Papa Francesco saluta i fedeli dalla sua finestra e una bandiera con la scritta "Pace"
Papa Francesco saluta i fedeli dalla sua finestra e una bandiera con la scritta "Pace". ANSA/FABIO FRUSTACI

MADRID. – “Non cedere alla logica della rivendicazione della guerra, prevalgano invece le vie del dialogo e della diplomazia, che può fare tanto”. La difficile situazione in Medio Oriente è ancora una volta al centro della riflessione di Papa Francesco al termine della recita – affacciato dal balcone di piazza San Pietro – del Regina Caeli che in questo periodo e sino alla Pentecoste sostituisce l’Angelus.

“Continuo a seguire con dolore e preoccupazione la situazione”, ha aggiunto il Pontefice, allargando poi come sempre il grandangolo: “Prego ogni giorno per la pace in Palestina e in Israele e spero che quei due popoli possano presto smettere di soffrire. E non dimentichiamo la martoriata Ucraina che soffre tanto per la guerra”.

Una domenica particolare, quella appena trascorsa, perché celebrava anche la giornata mondiale delle vocazioni che ha per tema proprio “Chiamati a seminare la speranza e costruire la pace”: “Questa è una bella occasione – ha spiegato il Pontefice – per riscoprire la Chiesa quale comunità caratterizzata da una polifonia di carismi e di vocazioni al servizio del Vangelo”.

Il Buon Pastore che dà  tutto per il gregge

Essere al servizio del Vangelo vuol dire naturalmente andare alla sequela di Gesù, che come ricorda Giovanni questa domenica è il Buon Pastore che dona la vita per le proprie pecore. “Essere pastore – ricorda Papa Francesco  specialmente al tempo di Cristo, non era solo un mestiere, era tutta una vita: non si trattava di avere un’occupazione a tempo, ma di condividere le intere giornate, e pure le nottate, con le pecore, di vivere in simbiosi con loro”.

Ecco dunque che traslando questo concetto nella missione del Cristiano, il Pastore non è colui che fa merce del proprio gregge bensì colui che lo conosce, lo accudisce e se ne prende cura: “Il Signore – sottolinea Francesco – vuole dirci che Lui è la guida, il Capo del gregge e pensa a ciascuno di noi. Ognuno di noi deve pensare: io per Cristo sono importante, Lui mi pensa, sono insostituibile e  valgo il prezzo infinito della sua vita. Questo non è un modo di dire: Lui ha dato veramente la vita per me, è morto e risorto per me. Perché mi ama e trova in me una bellezza che io spesso non vedo”.

Non sono gli obiettivi raggiunti a fare il valore

Da qui l’invito ai fedeli a non sentirsi sbagliati: “Il nostro valore – dice ancora il Pontefice – non si misura dagli obiettivi che riusciamo a raggiungere, dal successo agli occhi del mondo. Quante volte si finisce per buttarci via per cose da poco! Gesù ci dice che noi per Lui valiamo tanto e sempre. E allora, per ritrovare noi stessi, la prima cosa da fare è metterci alla sua presenza, lasciarci accogliere e sollevare dalle braccia amorevoli del nostro Buon Pastore”.

Papa Francesco sottolinea quindi la necessità di trovare ogni giorno un momento da dedicare alla “certezza che dà valore alla vita”, ovvero Cristo e quindi a trovare un momento da dedicare alla preghiera: “So trovare un momento di preghiera, di adorazione, di lode, per stare alla presenza di Cristo e lasciarmi accarezzare da Lui? Il Buon Pastore ci dice che se lo fai, riscoprirai il segreto della vita: ricorderai che Lui ha dato la vita per te, per me, per tutti noi”.

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