Nato, Mattarella: “La difesa comune UE rafforzerebbe il Patto”

Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della conferenza “Nato at 75: Shaping a New Transatlantic Agenda, Security and Peace at a Time of Global Transformations for the Future. (Ufficio stampa)

MADRID. – “La guerra di aggressione lanciata dalla Russia all’Ucraina, l’instabilità del Mediterraneo allargato hanno fatto declinare quella stagione” di pace e deterrenza inaugurata 75 anni fa: “oggi i paesi della Nato hanno il dovere di ribadire con forza l’inammissibilità di quanto avvenuto, di uno stato di potenza in cui governi più forti prevalgono su governi più deboli”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia per i 75 anni del trattato di istituzione della Nato.

“Nel dopoguerra il percorso dell’Italia nella comunità internazionale è sempre stato orientato alla pace. Il vertice del prossimo luglio sarà l’occasione per proseguire questi sforzi” ha spiegato il Capo dello Stato. “L’Italia partecipa a missioni di primo piano volte a sorvegliare il fronte sud-orientale: va colmato il progressivo venir meno dell’attenzione sull’area Mediterranea. C’è un ampio ventaglio di instabilità che chiamano l’Italia a svolgere un compito di stabilizzazione”.

Fondamentale sarà in questo senso “la creazione finalmente di una difesa comune dopo i tentativi della fine del secolo scorso, con l’Unione mera spettatrice di eventi di cui subisce l’influenza. Dotare la Ue di una difesa comune renderà più forte anche la Nato, rinforzando uno dei suoi pilastri più fragili”.

L’identità politica della Repubblica

Secondo Mattarella il Trattato di Alleanza Atlantica del 4 aprile del 49 “ha contribuito all’identità politica della Repubblica come è ancora oggi. Quando si conclude una guerra, il tema che si pone è fare la pace e subito dopo dar vita a una misura di sicurezza efficace: no a ingrandimenti territoriali a spese di altri e ad annessione senza esplicito consenso della popolazione, accessi in condizioni di parità alle materie prime del mondo, cooperazione, garanzia di pace per tutti i popoli, rinuncia all’impiego della forza.

Si coglie qui il senso della scelta della neonata Repubblica italiana di aderire a quell’impegno: ci sono ampie consonanze con la nostra Carte Costituzionale”. L’adesione alla Nato “ha una valenza ambiziosa che si lega alla prospettiva sovranazionale e corale, un approccio di cui si manifesta con chiarezza l’attualità, laddove si stabilisce il nesso tra Patto Atlantico e sviluppo dell’Europa: la funzione deterrente è stata elemento di garanzia della pace in Europa”.

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