Balneari in piazza, Fi rassicura: “Spazio per nuove imprese, non per sostituzioni”

Un bagnino apre un ombrellone in uno stabilimento balneare, Viareggio, 20 luglio 2010. ANSA/FRANCO SILVI

MADRID. – Circa 5mila imprenditori balneari sono scesi in piazza oggi a Roma per far valere la loro voce davanti ai palazzi della politica, rappresentanti dalle sigle SIB e FIBA, per sollecitare l’esecutivo ad approvare una legge “che metta fine al caos in corso sulle concessioni” dei balneari e ridare certezze al comparto, che rischia di mettere a repentaglio la stessa apertura della stagione estiva in virtù dell’annosa querelle instaurata con la Commissione Europea sulla legge Bolkenstein. 

Il presidente della Fiba, Maurizio Rustignoli, segnala la difficile situazione in cui si trovano, poiché i comuni e le amministrazioni periferiche organizzano i bandi per la riassegnazione delle spiagge in modo diverso, creando un grande allarme. 

Alcuni dei balneari sono stati ospiti anche alla Camera, in una conferenza stampa di Forza Italia in cui Maurizio Gasparri ha assicurato che la mappatura delle coste effettuata dall’Italia “ha dimostrato che c’è il 67% del litorale disponibile, quindi se il tema è consentire la nascita di nuove imprese lo spazio c’è, basta fare delle concessioni aggiuntive”, se invece è quello di sostituirne altre lo spazio per la maggioranza non c’è perché “se uno fa il balneare da 100 anni e un altro ha deciso di farlo domani mattina, perché dobbiamo bombardare chi le ha intraprese prima e ha una professionalità, una presenza, una clientela?”.  

Le associazioni di categoria stanno cercando di riaprire il dialogo con le istituzioni europee per ottenere una corretta applicazione della Direttiva Bolkenstein e convincere la Commissione Europea che la mappatura delle coste redatta dal Governo italiano sia stata realizzata coerentemente con le norme europee convinzione cui si appella anche Deborah Bergamini, vicesegretaria di Forza Italia: “Noi vogliamo che venga recepito” da parte della Commissione Europea, “il dato della mappatura, che tra l’altro è stato delegittimato da gente che evidentemente non conosce la questione”. 

Riferimento a chi, anche in Italia, contesta il dato del 67 per cento di spiagge libere sul territorio italiano, come per esempio Franco Mari di Alleanza Verdi Sinistra, secondo cui “è una truffa ai danni dei cittadini: le coste sono una cosa, i litorali sono un’altra. In questo modo si privilegiano gli interessi di pochi privati a danno della gran parte degli Italiani che, purtroppo, non possono accedere a un bene comune che dovrebbe essere a disposizione della collettività”.

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