Bce lascia tassi invariati, ma taglio è più vicino

La presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde . ANSA

MADRID. – Il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento, rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4%, stante la conferma della precedente valutazione circa le prospettive di inflazione a medio termine. 

L’inflazione, spiega Christine Lagarde, ha continuato a ridursi, soprattutto per effetto dell’andamento più contenuto degli alimentari e dei beni: le misure dell’inflazione di fondo stanno perlopiù diminuendo, la crescita dei salari registra una graduale moderazione e le imprese stanno assorbendo parte dell’incremento del costo del lavoro con i loro profitti. 

Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e i precedenti rialzi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell’inflazione. Tuttavia le pressioni interne sui prezzi sono forti e mantengono elevata l’inflazione dei servizi. Il Consiglio direttivo, ha spiegato Lagarde, “è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine” e ritiene che i tassi di interesse di riferimento “si collochino su livelli che forniscono un contributo sostanziale al processo di disinflazione in atto”. 

Le decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento restino sufficientemente restrittivi finché necessario. Se la valutazione aggiornata del Consiglio direttivo in merito alle prospettive di inflazione, alla dinamica dell’inflazione di fondo e all’intensità della trasmissione della politica monetaria accrescesse ulteriormente la sua certezza che l’inflazione stia convergendo stabilmente verso l’obiettivo, a quel punto “sarebbe opportuno ridurre l’attuale livello di restrizione della politica monetaria”. 

Secondo la stima rapida dell’Eurostat l’inflazione sui dodici mesi ha continuato a diminuire, portandosi dal 2,6% di febbraio al 2,4% di marzo. L’inflazione dei beni alimentari è calata al 2,7% a marzo, dal 3,9% di febbraio, mentre quella dell’energia si è situata nello stesso mese al -1,8% rispetto al -3,7% di febbraio. A marzo l’inflazione dei beni si è ridotta nuovamente, collocandosi all’1,1% dall’1,6% di febbraio; per quanto riguarda i servizi si è mantenuta invece elevata, al 4%.

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